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A che punto è la nuova ondata di Covid in Svizzera

I contagi sono al livello di un anno fa ma il numero di ricoveri è fermo a meno di un terzo. Tuttavia c'è molta preoccupazione per la tenuta delle terapie intensive in alcuni cantoni

coronavirus

In Svizzera la nuova ondata di contagi da coronavirus sta toccando in questi giorni i numeri che i tamponi rilevavano un anno fa, quando era in corso la seconda e più grande ondata di contagi, ricoveri e decessi nell’inverno tra il 2020 e il 2021.

Per valutare l’andamento della pandemia, tuttavia, non è sufficiente il solo dato sulle rilevazioni dei contagi poiché molte variabili sono profondamente cambiate nell’arco di questo anno: la disponibilità di tamponi, l’arrivo dei vaccini, le varianti del virus e le norme di contenimento introdotte dallo stato.

Innanzitutto, la situazione non è omogenea su tutto il territorio elvetico. Ci sono cantoni più colpiti di altri, soprattutto nella fascia di nord-est, con il Canton Ticino per il momento tra i più bassi in termini di contagi.

Se si prendono in considerazione le ospedalizzazioni per Covid19, invece, i numeri sono nettamente più bassi della fase acuta dello scorso inverno con numeri per il momento fermi ad un terzo di quel periodo. Un indicatore che, però, non deve minimizzare l’impatto della pandemia anche in questa fase: i ricoveri dello scorso anno per la Svizzera così come per tutti gli altri paesi ebbero un impatto devastante. Il fatto che si sia ancora lontani da quel punto non significa di per se che le cose vadano bene.

L’allerta per le terapie intensive

Le unità di terapia intensiva in Svizzera sono occupate per il 27% dai pazienti Covid ma complessivamente sono piene all’82%, ben oltre il livello di guardia. Anche perché se questo è il dato nazionale ci sono situazioni locali molto complesse: è il caso di Berna, come riporta la RSI, dove il sovraccarico di lavoro delle terapie intensive ha superato il limite sopportabile.

Lo conferma il ministro della sanità Alain Berset, che spiega: “Dobbiamo renderci conto che dappertutto durante questa pandemia il numero dei letti disponibili tende a diminuire, perché il personale è al limite, è sfinito. È un personale altamente qualificato, che non si può formare in qualche settimana, se pensiamo al lavoro delle terapie intensive”.

La differenza tra vaccinati e non vaccinati

In Svizzera il numero di persone vaccinate con almeno una dose di vaccino sono percentualmente più basse che in Lombardia. Sul totale della popolazione, infatti sono il 67% gli svizzeri vaccinati con almeno una dose ma con differenze sensibili per fasce d’età. Se tra gli over 65 la percentuale di vaccinati con almeno una dose è del 90%, tra i 16 e i 64 anni sono ancora al 75%.

Una situazione che si ripercuote direttamente negli ospedali dove i ricoveri dei non vaccinati sono sensibilmente più alti di quelli dei cittadini immunizzati.

Pubblicato il 02 Dicembre 2021
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