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Insieme per Sesto: “Adesso basta guerre inutili sulla moschea. Dalla giunta nessuna idea”

“Occorre creare dialogo, non scontro”. Il gruppo all’opposizione torna su uno dei temi più caldi dell’ultimo consiglio, la sentenza del Consiglio di Stato che ha dato torto al Comune nella vertenza contro l’Associazione Islamica.

Corano

«Adesso basta guerre inutili per la moschea» Il gruppo Insieme per Sesto ritorna su uno dei temi più caldi del consiglio comunale di mercoledì 28 settembre, quando all’ordine del giorno è stato affrontato il debito fuori bilancio causato dalla sentenza contraria all’amministrazione comunale nella vertenza legale con l’Associazione Islamica.

«La discussione in Consiglio sul debito fuori bilancio originato dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha definitivamente respinto le tesi del Comune di Sesto, confermato come la pretesa che a Sesto non si applichi la Costituzione sia una pretesa impossibile – commenta il gruppo di centrosinistra rappresentato in consiglio da Giancarlo Rossi, Roberto Caielli e Floriana Tollini -. in tutti i ricorsi la risposta è sempre stata negativa: non è possibile negare i diritti».

Come già dichiarato in consiglio, secondo Insieme per Sesto la strategia adoperata dal Comune sarebbe quella di portare “avanti la tensioni” per fini elettorali, senza la volontà di affrontare realmente il tema della moschea. Di diversa opinione il sindaco Buzzi che ha in risposta ha voluto smentire l’opinione delle opposizioni, dichiarando che le scelte delle tre diverse giunte di centrodestra susseguitesi nell’ultimo decennio sono state di carattere amministrativo.

«Questa vertenza legale lunga e costosa serviva solo a tenere aperto in modo indefinito il problema “moschea” per farne oggetto di polemica e speculare consenso elettorale – scrive Insieme per Sesto -. Ad altro non è servita. Così si è cercato di dividere la popolazione, inventando un partito anti-islamico da contrapporre ad un immaginario partito filo-islamico, si è cercato e si cerca uno scontro continuo, che nella nostra comunità non esiste, come dimostra il fatto che molti sestesi di fede musulmana vivono da anni tra noi e non hanno mai creato questa divisione, che esiste solo nella testa di una parte politica».

Continua il gruppo di centrosinistra nella propria nota: «È stato raccontato che la legge regionale subordinava ad una decisione politica (il voto del consiglio comunale) l’esercizio di un diritto costituzionale, che legava l’applicazione delle norme sui luoghi di culto al tornaconto politico, alla ricerca del consenso. Una lettura che a suo tempo portò l’attuale Sindaco Buzzi, in un momento di sincerità, a definire quella legge “una porcata”, perché subordinava il diritto alla convenienza elettorale. Il consenso elettorale a questa maggioranza è arrivato, ma oggi dopo tanti anni di inutili cause perse, è arrivata anche la bocciatura definitiva di quella tesi. Per quattro volte il TAR e il Consiglio di Stato hanno detto che non è così, che nemmeno “la politica” ha il potere di sospendere i diritti e che si deve agire, soprattutto chi è eletto, nei limiti della Costituzione e delle leggi».

Adesso il gruppo all’opposizione pretende dunque risposte da parte dall’amministrazione su come dar conto alla sentenza: «Purtroppo questo nella discussione di ieri sera non è stato detto. Abbiamo ascoltato tante parole, recriminazioni contro le sentenze, vane giustificazioni delle spese, attacchi personali isterici, ma sul che fare oggi nulla di concreto, solo affermazioni contorte, contradditorie e velleitarie. Particolarmente confuso il capogruppo Colombo che è riuscito addirittura a dire che “abbiamo sempre vinto” (incredibile, ma si è espresso proprio così). Non solo, dopo aver ripetuto il suo “mai la moschea”, ha rivelato che in realtà era stata proposta all’Associazione Islamica una soluzione proprio per i Comuni di Sesto, Vergiate e Castelletto. Così ha riconosciuto che a Castelletto, comune più piccolo di Sesto, dove è presente da anni un luogo di culto, “non c’è alcun problema”: in pratica ha mostrato l’esempio concreto che il “pericolo moschea” tanto agitato in realtà non esiste».

«Occorre abbandonare il ‘linguaggio di guerra’ che fa solo il male di Sesto – conclude Insieme per Sesto -, occorre riconoscere la comunità islamica come realtà di persone e famiglie che vivono tra noi, di giovani che frequentano le nostre scuole, i nostri campi da gioco. Occorre credere al dialogo e non allo scontro».

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Pubblicato il 01 Ottobre 2021
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