Gianni Rodari, il fumetto e i ragazzi di domani
Anni prima delle filastrocche e delle Favole al telefono, il celebre scrittore fu direttore anche del giornale giovanile "Il pioniere", espressione del Pci. Un "Altro Rodari"

C’era “Atomino” in fuga dai generali guerrafondai, c’erano i ragazzi della “Piccola pattuglia” in lotta contro i mafiosi e il barone. E ancora le avventure fantastiche di Cipollino e quelle, molto più reali, di Mario L’Emigrante.
Erano tante le storie proposte dal giornale per ragazzi “Il pioniere”, che vide come direttore e mente creatrice – insieme ai disegnatori – di Gianni Rodari.
È un linguaggio particolare, quello del fumetto, e poco conosciuto e indagato, quando si parla dell’autore noto al grande pubblico per le sue filastrocche, le fiabe, i racconti fantastici. Eppure fu centrale, anche perché l’impegno nel Pioniere anticipò cronologicamente le opere più note dello scrittore e fu alla base anche di alcuni scritti in particolare: il “Romanzo di Pollicino”, libro quasi d’esordio dello scrittore nato a Omegna, metteva in forma di romanzo le avventure del mondo di personaggi-ortaggi che era comparso proprio sulle pagine del Pioniere.
Il giornale (in parte a fumetti, in parte con rubriche e lettere) fu pubblicato dal Partito Comunista Italiano a partire dal 1950, come periodico della organizzazione giovanile dei Pionieri, appunto. Le avventure a fumetti erano rivolte a bambini e ragazzini, ma introducevano temi “da grandi”, dal pacifismo alla lotta alla mafia, al tema dell’emigrazione che molti bambini italiani emigrati all’estero vivevano di persona. Le rubriche raccontavano i progressi della tecnica, con un occhio in particolare al blocco socialista, ma anche lo sport, con tanto di fumetti su Fausto Coppi, Valentino Mazzola e il “grande Torino”.
“Il pioniere” era strumento di formazione, ma anche organizzativo: attraverso il giornale passava l’iniziativa delle “staffette del pioniere”, così come le raccolte fondi per emigranti e popolazioni in difficoltà (molto rilevante fu, già nel 1951, l’impegno per gli alluvionati del Polesine).
Quello responsabile del Pioniere è un Rodari più esplicitamente legato ad un approccio ideologico, intellettuale organico del PCI, grande partito di massa portatore (come del resto Dc e Psi) di una visione strutturata della società: oltre che al giornale, scrisse anche il “manuale del Pioniere”, testo di riferimento per il movimento giovanile.
Il Rodari legato al fumetto è stato al centro anche del convegno “L’altro Rodari”, alla Casa della Resistenza di Fondotoce, sabato 23 novembre.
Nel convegno è stata approfondita la figura di Rodari nella storia fumettistica, narratore della Resistenza (con i corsivi a firma Benelux su Paese Sera). Ma è riaffiorato anche il Rodari attivista e funzionario nei primissimi anni del Dopoguerra, quando – maestro a Gavirate – esordì nel giornalismo con “L’Ordine Nuovo”, il periodico della Federazione Comunista di Varese. Al convegno sono intervenuti Maria Grazia Ferraris; Carlo Zaia; Alfredo Pasquali.