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Manca il numero legale, niente nuovi vertici per il Parco del Ticino

In sindaci del centrodestra assenti, lamentano il mancato rispetto "dell'accordo politico". Dall'area del centrosinistra viene denunciato lo "schiaffo all'ente parco"

Ticino generico

C’era un unico candidato presidente e una lista di cinque nomi. E pare proprio che questa competizione “aperta” abbia fatto saltare l’assemblea del Parco del Ticino per la nomina del Consiglio di Gestione: alla convocazione di oggi, venerdì 19 ottobre, è mancato il numero legale.

Il centrodestra – spalleggiato da alcuni Comuni a guida civica – ha dato forfait e non si è raggiunta la maggioranza dei presenti. Era necessaria la presenza di 26 Comuni rappresentati, se ne sono presentati solo 22 (mentre era rappresentata la maggioranza del numero di abitanti). Tra i Comuni della provincia di Varese erano presenti Vergiate, Besnate, Somma Lombardo, Cardano al Campo (tutte di centrosinistra), oltre a Lonate Pozzolo (una civica).
Non c’erano invece appunto i Comuni dell’area del centrodestra (a guida Lega o altro), oltre a Comuni governati da liste civiche come Vizzola e Arsago.

A spiegare le ragioni del centrodestra è ad esempio Dimitri Cassani, sindaco di Casorate Sempione: «Erano stati presi accordi politici che prevedevano un’unica lista di candidati, i nostri referenti politici ci hanno detto che sono stati violati: il Pd ha presentato un numero di candidati maggiore dei posti e questo non era previsto. In mancanza di questo accordo, abbiamo ritenuto di disertare l’assemblea». Nei giorni scorsi avevamo raccontato come il centrodestra esprimesse il candidato presidente e un altro nome (Fracassi, Lega) mentre al centrosinistra erano riconducibili altri quattro candidati, a loro volta espressione anche di diversi territori (Milanese,Varesotto-Castanese, Pavese).

«Come minimo l’assemblea sarà rinviata di una settimana» ragiona Angelo Bellora, sindaco di centrosinistra di Cardano al Campo. «Il centrodestra ha fatto una scelta a fronte di un’ente importante come il Parco del Ticino, che ha un ruolo importante e che governa anche una parte della vita dei cittadini: la loro scelta è uno schiaffo all’ente parco. Che già è percepito dai cittadini come un ostacolo più che come una opportunità: non vorrei che l’intenzione fosse anche di depotenziare l’ente Parco».

La scelta di far saltare la prima convocazione dell’assemblea potrebbe puntare però anche a guadagnare tempo per cambiare le carte in tavola, per così dire. Per quale motivo? Perché a breve ci saranno le elezioni provinciali (di secondo livello, votano sindaci e consiglieri comunali) e questo potrebbe provocare qualche cambiamento nella geografia politica delle tre province coinvolte, vale a dire Varese, Pavia e Città Metropolitana di Milano. Lo dice anche in questo caso apertamente il sindaco di Casorate: «Aspetteremo a questo punto le elezioni provinciali, che ridefiniranno gli equilibri».

Resta da chiarire se saranno riaperti i termini per presentare la candidature, anche in virtù del fatto che Regione Lombardia non aveva presentato il nome di sua competenza.

Il Parco del Ticino è senza una guida politica, di fatto, già dal luglio scorso, quando il Consiglio di Gestione (guidato da Beltrami, che è oggi l’unico candidato presidente) si è dimesso per insanabili divergenze tra i consiglieri.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 19 Ottobre 2018
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