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L’appuntamento a duemila metri per dire grazie a Don Carlo

Da 35 anni, ogni 11 agosto, gli angeresi si ritrovano a Pian Di Verra. Un anniversario per ricordare il sacerdote morto in montagna ma soprattutto per ringraziarlo della sua grande "eredità"

Per molti angeresi l’11 agosto non è un giorno come gli altri. Una generazione, in particolare, ricorda in quella data l’anniversario dell’incidente di montagna in cui persero la vita don Carlo Gerosa e Fratel Sebastiano Gennero. Era l’11 agosto 1978, i due sacerdoti erano partiti da Pian di Verra – il luogo dove avevano portato per una vacanza estiva gli adolescenti dell’oratorio – per un’escursione verso le Rocce Nere. Con loro erano presenti soltanto pochi amici della comunità parrocchiale. Raggiunta la meta, prima di tornare a valle, il gruppo si fermò per celebrare la messa in quella cornice splendida e imponente che è il complesso del Rosa. E fu proprio alla conclusione del rito che un costone, staccatosi dalla montagna, piombò sulla comitiva travolgendo i due religiosi.

La tragedia sconvolse tutta la comunità, i fedeli che fortunatamente si salvarono, ma soprattutto i ragazzi che erano stati accompagnati in montagna proprio da Don Carlo (a destra nella foto), che allora era il sacerdote dell’oratorio di Angera. Da allora ogni anno, l’11 agosto, in molti si ritrovano a Pian di Verra per ricordare il sacerdote e Fratel Sebastiano (a sinistra nella foto) che morì con lui. Sono passati trentacinque anni e ancora oggi si rinnova quell’appuntamento a duemila metri di altitudine. Nella giornata di ieri sono stati più di un centinaio i partecipanti, accolti con una festa dai volontari dell’Associazione Amici di Pian di Verra. C’erano gli adolescenti di allora, oggi adulti con i propri figli, e anche molti ragazzini. L’appuntamento ricorda una tragedia ma, come ha sottolineato il parroco di Angera, don Pietro Bassetti, è oggi «un momento di condivisione e di ringraziamento. Per tutta la comunità l’eredità di Don Carlo è stata preziosa».

Chi lo ha conosciuto ricorda ancora oggi la sua bontà e il suo carisma. Fu lui il primo a innamorarsi, esattamente quarant’anni fa, delle case di Pian di Verra. In quelle baite isolate, incorniciate dai monti e situate in un punto strategico per raggiungere a piedi altri splendidi luoghi, iniziò a portarci d’estate i giovani dell’oratorio. La "vacanza a Champo", è un’esperienza che ha riguardato centinaia di famiglie angeresi (ma anche quelle di molti comuni vicini come Taino, Ranco e Ispra) e che dal 1973 non si è più interrotta. Negli anni i giovani sono stati accompagnati da tanti sacerdoti, Don Maurizio, Don Franco, Don Hervé, Don Ambrogio, Don Rino, Don Carlo, Don Marco, Don Angelo, Don Piermario. A Pian di Verra è arrivato anche Monsignor Stucchi e in una domenica di festa perfino il Cardinal Martini.

Ieri il parroco ha trasmesso anche il ricordo di Don Franco Brovelli che in quel triste 11 agosto si trovava alle case con il difficile compito di supportare i presenti: «Erano le tre di notte, i ragazzi piangevano. Speravo soltanto che ad un certo punto crollassero dal sonno. Il giorno dopo li ho portati al paese. Ho chiesto aiuto al parroco di Saint Jacques. Lui lì portò in chiesa e lesse una pagina del Vangelo, quella in cui Marta e Maria piangono la morte del fratello Lazzaro. Non disse nulla di più ma per leggere quel testo ci mise mezz’ora, pesando ogni parola. La morte non è mai vana. Fu in quel momento che mi resi conto che la vità era ricominciata».

Pubblicato il 12 Agosto 2013
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