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Covid in Ticino: non riapre il Woodstock Music Club

Dopo la serata d’inizio luglio con 300 persone più di 200 delle quali messe in quarantena delle autorità cantonali

Il Woodstock Music Club, il locale bellinzonese balzato agli onori delle cronache dopo la serata d’inizio luglio con 300 persone più di 200 delle quali messe in quarantena delle autorità cantonali, non riapre. Ad innescare il caso era stata la positività al Covid 19 diagnosticata ad un giovane della Scuola reclute al rientro in caserma dopo la serata nel locale. L’eco suscitata dalle polemiche aveva indotto le autorità cantonali ad inasprire le misure di contenimento riducendo da 300 a 100 il numero massimo di persone in discoteca. Una misura che aveva indotto i locali di tutto il Canton Ticino a posticipare a data da destinarsi le riaperture. Tra di esse la più grande discoteca del Ticino, il Vanilla di Riazzino, molto frequentato anche da giovani e meno giovani delle province italiane di confine.

Il titolare del Woodstock ha deciso di allinearsi ai colleghi. Sia per non alimentare altre polemiche in caso di nuovi contagi, sia perché il limite di 100 presenze non è economicamente sostenibile. Per ora la chiusura è stata prorogata fino al 9 di agosto.

La pandemia in Ticino è sotto controllo. L’ultimo contagio accertato risale a venerdì 24, non ci sono stati decessi. A livello svizzero, invece, i nuovi contagi sono 143, Per sensibilizzare la popolazione il Dipartimento della sanità e della socialità. Il competente ministero del governo di Bellinzona, d’accordo con la polizia cantonale ha divulgato i numeri ai quali rivolgersi. Le violazioni della quarantena vanno segnalate alla polizia cantonale (+ 41 848 25 55 55, policia@polca.ti.ch).  Chi rientra da un paese a rischio deve contattare la hotline cantonale (0600 144 144). Chi utilizza l’app SwissCovid, consigliata ai frontalieri perché in Ticino Immuni non funziona, deve contattare l’infoline + 41 58 463 00 00.

A proposito di rientro dai paesi a rischio. Sui media cantonali è esploso il caso di una ticinese in procinto di rientrare dal Messico. Contattata dai parenti che l’hanno informata dell’obbligo di quarantena s’è rivolta alle testate giornalistiche d’oltreconfine per segnalare la sua situazione: atterrerà allo scalo di Zurigo, coi parenti impossibilitati ad andare a prenderla per non essere costretti a loro volta alla quarantena, non sa come fare. Sia utilizzando i mezzi pubblici, treno o bus, sia ricorrendo ad un taxi rischierebbe di trasmettere il virus agli altri viaggiatori o al taxista che, comunque, sarebbero obbligati alla quarantena. E in Messico non può rimanere perché il visto le scade il 29 luglio.

Pubblicato il 29 Luglio 2020
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