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“È come perdere un amico”

Il sindacalista Gianluca Bianchi non conosce ancora il nome della vittima dell'infortunio di Cadenazzo ma trascorre ogni giorno sui cantieri, vicino agli operai: "Ci conosciamo quasi tutti"

infortuni sul lavoro canton ticino«Il primo pensiero va alla famiglia della vittima. Come si può giustificare il fatto che un uomo questa mattina sia uscito per andare al lavoro e stasera non tornerà a casa?». Gianluca Bianchi, sindacalista di Unia, è rimasto a lungo sul luogo dell’incidente che questa mattina è costato la vita a un muratore luinese di 53 anni. Sulla dinamica di quanto avvenuto nel cantiere edile di via Sottomontagna a Cadenazzo, in Canton Ticino, è stata aperta un’inchiesta della polizia. Ancora è presto per capire se la causa della morte dell’operaio, ferito alla testa dal tubo di una pompa per la gettata del cemento, sia da attribuire a una distrazione o a una mancanza di sicurezza, l’unica certezza è che sul lavoro si è consumata una nuova tragedia. «È difficile spiegare cosa si prova quando si ricevono chiamate come quella di stamattina – prosegue Bianchi -. Conosciamo quasi tutti gli operai perché il nostro lavoro ci porta ad essere a contatto ogni giorno con i lavoratori dell’edilizia, un lavoro rischioso nel quale l’attenzione deve essere costantemente molto elevata. È vero, può essere stata una fatalità, ma accettare che al giorno d’oggi si muoia ancora sul luogo di lavoro non può che confermare che sulla sicurezza non si è mai fatto abbastanza. Abbiamo una normativa molto severa ma non siamo ancora ad un punto di arrivo».

La vittima lavorava per una ditta ticinese che stava costruendo una casa privata. Era un frontaliere, come tanti lavoratori dell’edilizia e proprio come molti di essi arrivava ogni mattina dal Luinese. «Il 70 per cento degli operai di questo settore proviene dall’Italia – ha spiegato Marco Pellegrini del sindacato Octs -. La manodopera ticinese non è sufficiente a coprire la richiesta di lavoro nei cantieri della nostra regione è per questo che l’impiego dei frontalieri è così elevato. Non è una questione di risparmio per le imprese poiché questa occupazione è regolata da un contratto collettivo obbligatorio». In Canton Ticino, spiega il sindacato, l’attenzione alla sicurezza è molto alta ma gli incidenti non sono esclusi: «Le norme sono severe così come le sanzioni – aggiunge Pellegrini – vale la regola del "chi sbaglia paga" e paga salato. Ma gli ispettori non possono arrivare ovunque. Ciò non toglie che i controlli siano numerosi e si avvalgono anche della collaborazione dei sindacati. Siamo chiamati a segnalare gli episodi di irregolarità o di rischio che incontriamo nel nostro lavoro». 

Pubblicato il 20 Maggio 2010
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