Cresce il numero delle giovani imprenditrici del turismo sul Lago Maggiore
Negli ultimi anni il numero complessivo degli imprenditori turistici in provincia è calato, ma il Forum dei Laghi sull'imprenditoria femminile che si è riunito a Varese descrive il Varesotto come un territorio ancora fertile per chi vuole investire e innovare

Nel 2024 sono state soprattutto le imprenditrici con meno di 30 anni ad aver deciso di aprire nuove attività turistiche lungo le sponde del Lago Maggiore. Nonostante negli ultimi cinque anni il numero complessivo degli imprenditori del turismo in provincia di Varese sia calato (-8,2% tra il 2019 e il 2024), il Forum dei Laghi organizzato a Varese martedì 1 luglio dal gruppo Terziario Donna di Confcommercio Provincia di Varese guarda al futuro con fiducia e dipinge il Lago Maggiore e il Varesotto come territori fertili per chi vuole investire e innovare.
Le donne protagoniste del turismo in provincia di Varese
Su un totale di 6.204 imprenditori turistici in provincia di Varese (dato del 31 dicembre 2024), le donne sono 2.225, per una percentuale del 34,8%. La proporzione è ancora più alta sul Lago Maggiore, dove le imprenditrici del turismo sono il 35,5% (263 su un totale di 701).
Tra il 2023 e il 2024, sul Lago Maggiore il numero delle imprenditrici turistiche è calato del -2,6%, ma un dato interessante è l’aumento delle imprenditrici più giovani. Nel 2024 le imprenditrici del turismo con meno di 30 anni erano 15, tre in più rispetto all’anno precedente, per una crescita percentuale del +25%.
Un numero piccolo, ma che secondo Cristina Riganti, presidente del gruppo Terziario Donna di Confcommercio Provincia di Varese e vicepresidente del gruppo nazionale di Terziario Donna, fa guardare con maggiore fiducia al futuro della partecipazione femminile nel turismo sul Lago Maggiore e nel Varesotto. «La provincia di Varese – commenta Riganti – si trova in una posizione strategica. I sette laghi attirano turisti e sportivi, ma il Varesotto ha anche un’importante vocazione industriale in settori come tessile, aeronautica e gastronomia. In una provincia come la nostra che sa unire cultura e impresa, ogni imprenditrice può trovare ispirazione, spazio e opportunità per il proprio futuro».
«Sette imprenditrici su dieci scelgono di lavorare nel terziario – spiega Anna Lapini, presidente nazionale di Terziario Donna – e il ruolo delle imprese femminili in questo settore è cruciale. Ma il lavoro è fondamentale prima di tutto per le donne stesse. Fornisce indipendenza economica, che è primo argine alla violenza di genere. Per promuovere la partecipazione femminile nell’imprenditoria, è vitale lavorare insieme a livello nazionale e locale per cogliere l’unicità di ogni contesto, perché l’innovazione non può prescindere dalle relazioni».
Il ruolo delle istituzioni
Per crescere, l’imprenditoria femminile ha bisogno anche del supporto delle istituzioni, soprattutto quando si tratta di equilibrio tra lavoro e famiglia. «Le amministrazioni – sottolinea il sindaco di Varese Davide Galimberti – deve mettere le donne nelle condizioni migliori per fare impresa. Ci troviamo in un momento difficile, ma è essenziale che i servizi di base, come ad esempio gli asili, siano assicurati».
«Esiste ancora un grande divario tra le donne e gli uomini che lavorano in Italia – aggiunge la vicesindaca Ivana Perusin -, ma Varese si dimostra una città molto vivace, soprattutto nel settore terziario, dove le donne sono tante e partecipano attivamente alla vita pubblica del territorio».
«Servono più investitori e strutture ricettive»
Secondo Mauro Vitiello, presidente della Camera di Commercio di Varese, il Varesotto e il Lago Maggiore hanno tutte le caratteristiche per costruire un settore turistico forte, ma è necessario intervenire su alcuni aspetti importanti. «Nel Varesotto – afferma Vitiello – arrivano milioni di visitatori, ma solo una parte ridotta rimane a soggiornare sul territorio. Ciò di cui abbiamo bisogno è più strutture ricettive di qualità. Como è diventata ciò che è oggi grazie alla rete di strutture che è riuscita a realizzare. Come Camera di Commercio, il nostro obiettivo non è quello di andare a caccia di turisti, ma trovare nuovi investitori».
«Dobbiamo inoltre abbandonare l’idea che il Lago Maggiore abbia due sponde – aggiunge Vitiello riguardo lo sfruttamento turistico del Verbano -, dobbiamo collaborare con le istituzioni piemontesi per costruire un unico brand comune».
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