I Castelli di Cannero aprono al pubblico: un museo sull’acqua che racconta il Lago Maggiore
Inaugurata la storica fortezza lacustre restaurata dopo oltre dieci anni di lavori, sarà visitabile da sabato 28 giugno. Presenti il prefetto Pasquariello e molti sindaci delle due sponde. «Un museo che è un unicum», a cielo aperto e multimediale

Un museo a cielo aperto e multimediale, che si raggiunge in barca, in mezzo al Lago Maggiore, dove l’architettura si fa racconto: i Castelli di Cannero, storica fortezza borromea su due isolotti rocciosi al largo della costa piemontese dell’alto Verbano, aprono per la prima volta al pubblico sabato 28 giugno, al termine di un complesso restauro durato oltre un decennio.
L’inaugurazione con il principe e i sindaci delle due sponde
L’inaugurazione ufficiale, con il taglio del nastro da parte della famiglia Borromeo, si è svolta nella giornata di giovedì 12 giugno, alla presenza di molti sindaci dei Comuni rivieraschi lombardi e piemontesi, da Verbania ad Angera, dei rappresentanti delle autorità, fra cui il prefetto Salvatore Pasquariello e della stampa. Gli ospiti, arrivati in barca da Cannero, sono stati accolti personalmente dal principe Vitaliano Borromeo, che ha stretto la mano a ciascun partecipante prima dell’ingresso, come un vero padrone di casa.
Un museo di sé stesso: la rovina racconta
Il restauro dei Castelli di Cannero – dal valore di 15 milioni di euro realizzato anche attraverso il supporto del Ministero per i beni culturali e di Intesa Sanpaolo – è stato curato dallo Studio Simonetti di Torino. Il risultato è un museo davvero particolare, che non ha voluto “ricostruire” le rovine, ma valorizzarne la forma attuale, conservandone l’autenticità. «L’obiettivo è stato preservare l’immagine materiale e immateriale della fortezza, rendendola parte del presente senza sacrificarne i significati e i valori storici» spiegano gli addetti ai lavori tra le mure del bastione.
Un’esperienza immersiva
Nessuna ricostruzione completa, piuttosto una conservazione delle rovine, con strutture leggere e reversibili, come passerelle in legno e spazi evocativi delle architetture da assedio. Il percorso si sviluppa sia in spazi aperti sia in spazi interni, dove si trovano spazio postazioni multimediali, realtà aumentata e installazioni narrative firmate dallo studio Dotdotdot di Milano.
La visita ai Castelli di Cannero, il costo del biglietto è di 25 euro e comprendo il trasporto in barca, è prima di tutto un dialogo con lo spazio tra le acque del Verbano. Attraverso l’apposita app, la narrazione è affidata direttamente alla voce delle rovine, che si fanno guida e racconto. Grazie a un sistema di beacon, i contenuti audio si attivano automaticamente durante il percorso, senza bisogno di interazioni: l’esperienza diventa così una sorta di audiolibro che si apre passo dopo passo, con un tono evocativo e poetico, ispirato all’iscrizione della Torre Vitaliana. Un’esperienza di storytelling simile, a parer nostro, a quella di Casa Batllò a Barcellona.
Il percorso parte dal molo e conduce il visitatore attraverso i punti chiave della fortezza: la Corte d’ingresso, la Corte Vitaliana, la Sala della Guardia, i camminamenti sonorizzati, la Sala delle Armi, il Mastio, la Torre del Belvedere, la Corte Malpaga e la Sala della Contessa.
I Castelli di Cannero: la storia
La storia dei Castelli di Cannero affonda le radici nel primo Quindicesimo Secolo, quando l’isolotto maggiore ospitava già una fortificazione, la “Malpaga”. La loro attuale configurazione fu voluta da Ludovico Borromeo a partire dal 1519. Progettati come un baluardo cruciale per la difesa dei territori e per l’affermazione politico-militare della casata sul Lago Maggiore, i castelli persero progressivamente la loro funzione strategica dopo il 1529 con nuovi accordi e il perdurare della pace, cadendo in disuso e divenendo rifugi occasionali.
“Un museo che è un unicum”
«Oggi è un giorno speciale perché si aprono le porte di un luogo straordinario in cui la storia rivive, intrecciandosi strettamente con i panorami del lago ed esaltandone il fascino – dichiara Marina Borromeo, responsabile dei progetti speciali di Terre Borromeo commenta -. Ne risulta un museo che è un unicum, per la tipologia di intervento e di recupero realizzato. I Castelli di Cannero completano le nostre proposte culturali in un insieme organico e coerente, frutto di un processo sviluppato negli anni nei siti Terre Borromeo».
«Con questa importante opera di restauro, i Castelli di Cannero tornano a essere un luogo vivo, aperto alla collettività – commenta Vitaliano Borromeo -. Più di cinquecento anni dopo l’insediamento da parte di Ludovico Borromeo, la fortezza potrà essere fruita dai visitatori arricchendo il panorama culturale del territorio del Lago Maggiore e affiancandosi alle altre destinazioni Terre Borromeo», che che comprende l’Isola Bella, l’Isola Madre, la Rocca di Angera, il Parco Pallavicino e il Parco del Mottarone.
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