Gita in Valsolda, Piccolo Mondo Antico: cascate, cultura e la “Sistina del Ceresio”
Cosa vedere, dove fermarsi, perché andarci: vi raccontiamo la Valsolda nel nostro Lago Ceresio Tour
Abbiamo realizzato il “Lago Ceresio Tour”, un viaggio alla scoperta dei luoghi più suggestivo del lago, luoghi ancora poco conosciuti, ideali per una gita nel fine settimana e, perché no, una vacanza a due passi da casa.
Quello che vogliamo mostrarvi sono tutte le possibilità che offre questo territorio, incastonato come un gioiello prezioso (qual è) fra le Alpi e le Prealpi, fra i confini svizzeri e le province di Como e Varese.
L’arrivo in Valsolda: buchi spazio temporali
Il nostro tour inizia una mattina di fine luglio, sotto un sole che preannuncia di essere rovente e che illumina la superficie dell’acqua con riverberi accecanti. Arriviamo in Valsolda passando da Lugano: sorpassata la dogana di Gandria giungiamo al punto di partenza del nostro viaggio: il Comune di Valsolda, sorto sulle pendici delle due valli che confluiscono nel torrente Soldo a cui deve il nome. E’ mattina sì, ma di quale anno? Nelle 11 frazioni che compongono il comune, che non ha quindi un centro principale ma tanti nuclei dislocati fra il lago e le montagne, il tempo sembra essersi fermato. E’ qui che lo scrittore Antonio Fogazzaro ha vissuto parte della sua vita. Qui ha scritto e ambientato i suoi romanzi più famosi, su tutti “Piccolo Mondo Antico”, nome che ormai indossolubilmente si lega alle strade e alle case della Valsolda. Oggi come nel 1800, le strade hanno mantenuto le stesse murature in pietra, le stesse scalinate irregolari e bellissime.
Arriviamo ad Oria, dove sorge Villa Fogazzaro Roi, bene fai dal 2009. Ci rendiamo conto che non occorre Google Maps per girare fra i vicoli di questi borghi, occorre un romanzo: quello di Antonio Fogazzaro.“Questa splendida proprietà del FAI, il Fondo per l’Ambiente Italiano, donata dal Marchese Giuseppe Roi nel 2009 in perfetto stato di conservazione, è davvero un regalo”, racconta Chiara Colombo, responsabile gestione operativa del bene FAI, “La casa apparteneva in origine alla mamma di Antonio Fogazzaro, perciò lo scrittore la eredita con un grande potenziale affettivo. La bellezza di questo luogo non sta solo nella Villa, ma nel contesto in cui si va a collocare: la Valsolda punteggiata da undici piccoli, bellissimi, borghi. Il romanzo di Fogazzaro è davvero un accompagnamento indispensabile alla scoperta di questa valle.”
E d’accordo con Chiara Colombo sarebbe senza dubbio il suo celebre “omonimo” Piero Chiara. Il celebre scrittore luinese rimase infatti molto colpito dalle bellezze di questa valle e nella raccolta “Gli anni e i giorni” (uscita postuma) si trova uno scritto intitolato “Valsolda, piccolo mondo”, dove l’autore racconta del legame ormai indissolubile fra i libri di Fogazzaro e il territorio.
“Il libro rivive nelle pareti di questa casa e nostro compito”, conclude Chiara, “è quello di riavvicinare il pubblico all’opera e farne conoscere l’autore, senza dubbio fra i più importanti della letteratura italiana dell’Ottocento.”Salutiamo lei e le atmosfere sospese in un’altra dimensione spazio tempo della Villa, per dirgerci verso la seconda frazione del nostro tour di oggi: San Mamete.
San Mamete di Valsolda: fra attività storiche e un’amministrazione piena di entusiasmo
San Mamete è la frazione che ospita il Municipio. Proprio qui, a due passi dal lago, ci accoglie Laura Romanò: sindaco di Valsolda da meno di un anno, “La Valsolda è ancora un Piccolo Mondo Antico, una comunità viva dove ci si conosce e si vive insieme. Abbiamo tanto turismo svizzero, tedesco e italiano. FAI – Villa Fogazzaro Roi è indubbiamente il fulcro dell’attrattiva del nostro comune, si pensi che solo nel 2019 ha registrato 10mila visitatori, ma l’obiettivo è riuscire ad incanalare la sua attrattività per fare crescere la Valle. Ho scelto di candidarmi perché volevo ridare dignità alla Valle, fare qualcosa di bello e buono per il territorio. Abbiamo una squadra di giovani che sta mettendo in campo tanta energia per non far sì che la Valsolda si trasformi in un paese dormitorio di frontalieri. Abbiamo tantissime risorse, è il momento di valorizzarle.”
E il senso di comunità si avverte bene girando attorno alla piccola piazzetta principale di San Mamete. Uno di fronte all’altro si trovano il Panificio Corti, l’Albergo Stella d’Italia e il bar gestito dalla signora Sonia (Il King). Tre attività storiche fulcro anche della vita sociale del paesino.
Il panificio è attivo da 75 anni, sempre per mano della famiglia Corti. Si trova sotto i pittoreschi portici affacciati sul lago, dove sono state ambientate diverse scene dei romanzi di Fogazzaro. Al suo interno abbiamo incontrato Simone e mamma Stefania, attuali gestori insieme a Maurzio. Ci hanno raccontato del gran lavoro svolto nei mesi della pandemia, quando si sono trovati involontariamente ad essere punto di riferimento per i tanti anziani del paese. Non ci sono supermercati qui, spostarsi è spesso reso complicato dalle stradine scoscese a gradoni che collegano le diverse località, così la loro attività era diventata fondamentale per tanti Valsoldesi.
Appena usciti dalla panetteria ci troviamo di fronte all‘Abergo Stella d’Italia. Franco Ortelli, attuale gestore, ci mostra il giardino ombreggiato dove gli ospiti sono soliti prendere la colazione, pasteggiare e accedere al lago per rinfrescarsi. Anche qui il tempo sembra sospeso e tutto sembra rimasto così come poteva trovarlo un’epoca fa. Con quell’eleganza e attenzione ai dettagli che ricordano le atmosfere ottocentesche.
Chiude il tris delle attività storiche del centro di San Mamete il bar della signora Sonia, “il King”. Da ormai 40 anni Sonia, oggi insieme al filgio e alla nuora, tiene viva la piccola piazza. I principali avventori sono turisti nel week end e in estate, i frontalieri che passano per andare in Svizzera e ovviamente gli affezionati abitanti di Valsolda. Quando siamo arrivati ci hanno detto in molti “passate al bar della Sonia! E’ un’istituzione.” Così eccoci qui:
I tre luoghi citati affacciano tutti su “Via dei Portici” un luogo che oltre ad essere molto suggestivo viene citato in diverse pagine del Fogazzaro, e a guardarli non è difficile immaginare il perché:
Fuga dalla canicola lungo le mulattiere: arriviamo alla cascata di Loggio
Appena dietro le spalle di San Mamete si erge Loggio, un’altra delle frazioni del comune di Valsolda. Muoversi fra i diversi nuclei può non essere comodissimo in macchina per via delle strade strette e tortuose (motivo per cui non ci sono pullman che le collegano…non ci passano!), mentre invece a piedi è piacevole e, se un minimo allenati, neanche troppo stancante.
Le varie frazioni sono quasi sempre collegate da mulattiere realizzate con molta cura decine di anni fa, che regalano oggi la possibilità di trekking facili immersi fra la storia dei paesini. Ad indicarli troviamo una vera chicca: i cartelli del Touring Club realizzati ad inzio ‘900 per i turisti che qui si recavano in cerca di paesaggi, per sfuggire a quelli di città. Sono una vera rarità, forse gli unici rimasti in così buono stato di conservazione e così numerosi in Italia. Proprio seguendo il primo ci avventuriamo lungo la mulattiera che sale verso la frazione di Loggio.
In pochi minuti (circa 15, in base al passo) giugerete ai piedi dell’abitato e sotto la chiesetta del piccolo borgo. Imboccando la strada che continua a salire si entra poi nel bosco e qui, ad un centinaio di metri dalla mulattiera, potete inziare a sentire lo scroscio e la brezza provenienti dal salto che fa il Fiume Soldo nella sua omonima cascata. Ideale per un tuffo in un acqua decisamente fresca: consigliatissima!
Da volontario dell’emergenza covid a consigliere comunale: una storia de “La meglio gioventù”
Chi ha detto che i giovani non hanno voglia di fare, sono apatici e non hanno entuasimo probabilmente non ha parlato con lui. Nel nostro tour per la Valsolda abbiamo incontrato anche il consigliere comunale Kri Berisha, 21 anni e tanta voglia di trovare il modo per valorizzare al meglio il suo paese.
“E’ nato tutto l’anno scorso con il primo lock down, qunado ho letto l’avviso del comune che cercava volontari per l’emergenza covid e mi sono reso disponibile. C’erano nel gruppo anche colei che sarebbe divenuta l’attuale sindaco e l’assessore Personeni che ho avuto modo di conoscere in quella occasione. Mi hanno fatto questa proposta, a cui onestamente non avrei mai pensato, anche se ho sempre avuto passione per la politica. Sono 21 anni che abito qui, ma ogni giorno di più mi rendo conto che è un posto bellissimo. Abbiamo tutto: il lago i fiumi i sentieri la montagna, i borghi, l’arte, le chiesette con affreschi di grandi pittori e caratteristiche territoriali non da poco. E’ vero però che mancano i servizi, e infatti ci siamo insediati anche per questo.”
Saliamo a Castello, dove impariamo a non giudicare (una chiesa) dalle apparenze
Saliamo verso una delle frazioni più celebri della Valsolda, dove Fogazzaro osservava “le case che si serrano in fila sul ciglio tortuoso del monte a godersi il sole e la veduta del Lago in profondo…”. Qui incontriamo Massimo Pollice, consigliere comunale con delega al Tursimo e alla Cultura, che ci guida fra le viuzze fino al Museo Casa Pagani e alla Chiesa di San Martino di Valsolda. E’ un ottimo Cicerone e si ferma ad ogni angolo per narrarci di chi abitava quella casa, chi è emigrato in Polonia a prestare la sua manovalanza artistica, quali tesori artistici si nascondono qui e là.
E poi arriviamo alla Chiesa. Un balcone affacciato sul Lago Ceresio, con una vista che spazia dal Monte Brè, vicino a Lugano, alla Valle d’Intelvi, fino a Porlezza. Fuori, una facciata semplice e umile. Ma dentro… ve la racconta lui:
La chiesa è aperta tutti i giorni da maggio a settembre, i week end e i festivi nei restanti mesi.
Il Museo Casa Pagani, che ospita tele di diversi artisti Valsoldesi, solo il fine settimana da maggio a novembre.
Restiamo con il naso all’insù e guardiamo i giganti
Ammirare la volta della chiesa affrescata dal Pagani è una gioia per gli occhi e per il cuore. Un po’ meno per la cervicale (si scherza), ma già che siamo con il naso all’insù teniamo la posizione. Abbiamo inziato questo viaggio dall’alto e dall’alto vogliamo concludere la prima tappa. Vi abbiamo mostrato le meraviglie della Valsolda e chiudiamo la scoperta di questo Piccolo Mondo Antico volando sulle montagne che si ergono fiere e aguzze alle sue spalle.
Siamo sui Denti della Vecchia, al confine fra Italia e Svizzera, che devono il nome al loro inconfodibile profilo.
Proprio dalla Valsolda partono numerosi sentieri per gli amanti del trekking. Fra i più suggestivi proprio quello per i Denti della Vecchia, per il Monte Boglia e per la Cima di Fojorina.
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