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Sicurezza Statale 34: il ministero non risponde (come dovrebbe), Albertella sollecita: “Negano un diritto ai cittadini”

Sicurezza Statale 34: il ministero non risponde (come dovrebbe), Albertella sollecita: “Negano un diritto ai cittadini”

CANNOBIO – In estrema sintesi con una lettera dai toni al limite dell’irritante, il minstero delle Infrastrutture dice (ma senza affermarlo direttamente) che le risorse per la messa in sicurezza della Statale 34 non ci sono. La missiva inviata nelle settimane scorse dalla Direzione generale per le strade e le autostrade al sindaco di Cannobio, Giandomenico Albertella, capofila per il territorio del progetto di messa in sicurezza, in realtà dice che relativamente alle opere di messa in sicurezza richieste si stanno facendo approfondimenti analizzando costi e benefici.
Precedentemente la direzione aveva comunicato che per la SS 34 sono stati stanziati 12milioni e 880mila euro; peccato che  si tratta di una cifra già nota, e assorbita dagli ampliamenti dei mesi scorsi (9milioni) dunque ne resta ben poco.

Albertella non ci sta, la lettera del ministero va contro ogni promessa fatta: “Benefici? Qui non si chiedono benefici, ma un diritto. I cittadini del Verbano hanno il diritto di raggiungere il posto di lavoro, le scuole, gli ospedali, gli ambulatori, le attività commerciali in sicurezza”. E così ieri, il sindaco, che ha relazionato all'Unione dei Comuni,  ha inviato l’ennesima lettera al ministero (e per conoscenza ad Anas e Regione) manifestando il proprio disappunto, e soprattutto sollecitando il ministro Delrio la firma di quell’accordo di programma per la sicurezza della SS34 che lui stesso, aveva assicurato, sarebbe stato sottoscritto entro il mese di giugno.

Ma andiamo con ordine. Dopo la frana che il 18 marzo scorso aveva ucciso il motociclista elvetico Roberto Rigamonti, la questione della messa in sicurezza della SS34 ritorna ad essere considerata un’urgenza (in realtà per i sindaci del Verbano lo era sempre stata). Il 3 aprile, a Torino, si svolge un incontro tra i vertici regionali, il ministro Delrio, i sindaci del Verbano, i dirigenti dell’Anas, il presidente della Provincia. Incontro che si conclude con la formalizzazione di un piano d’azione che avrebbe dovuto avere il suo culmine, a giugno, con la firma di quel protocollo che dettagliatamente formalizzava gli interventi, le modalità, i costi e i finanziamenti, le tempistiche ecc. A quel punto il boccino passa ai Comuni, chiamati a a realizzare un dettagliato piano tecnico degli interventi necessari. Il primo “tavolo” viene convocato dopo soli tre giorni, il 6 aprile, a Cannobio, vi prendono parte i tecnici dei comuni della litoranea, 5 tecnici regionali, 3 dell’Anas, i geologi. Seguiranno decine di sopralluoghi e altri tavoli tecnici: il 22 maggio la relazione è pronta e viene trasmessa alla Regione che a sua volta, il 13 giugno, la inoltra al ministero delle Infrastrutture con allegata la bozza di accordo.
Il piano tecnico, che prevede investimenti per 94milioni e 500mila euro, comprende una ottantina di interventi a monte della statale, la parte più corposa, ricadente nel territorio di Cannobio, include 4 galleria paramassi per un totale di 1410 metri: una all’altezza della frana del 18 marzo, una dove c’è stato l’ampliamento della sede stradale; una nella località Campagna, verso il confine (frana ottobre 2014); l’altra dal confine alle porte di San Bartolomeo. Si tratta di zone dove non ci sono abitazioni (condizione essenziale per posare le gallerie). I tecnici rimarcano che è questa la soluzione che assicura la migliore sicurezza.

Intanto passano i giorni e le settimane, il sindaco Albertella comincia a sollecitare il ministero, dal 30 maggio a oggi, partono almeno sei solleciti scritti, numerose sono le telefonate. Ma a Roma tutto rallenta, il piano degli interventi inviato dalla Regione il 13 giugno impiega più di 20 giorni per passare dall’ufficio del capo gabinetto alla direzione generale Strade e Autostrade, nello stesso edificio. Quindi arriva la risposta, ma non è quella attesa. Ieri Albertella, come già accennato in precedenza, ha replicato, ricordando, tra le altre cose l’importanza di questa arteria, dove quotidianamente transitano tra le 12mila e le 15mila vetture; ha ricordato per l'ennesima volta le frane più importanti che in questi anni si sono abbattute sulla sede stradale, con relativi disagi e chiusure: nel 2000, nel 2001, nel 2009 (15 giorni di chiusura), due nel 2014 (la seconda con 2 mesi di chiusura) e poi nel 2016, per culminare, nel marzo del 2017, all’episodio costato la vita al motociclista. “Per decenni non sono stati fatti gli interventi necessari – ripete Albertella – oggi la loro realizzazione deve essere considerata in tutte le sedi istituzionali una priorità. E’inaccettabile perdere la vita così, inaccettabile che si parli di valutare costi e benefici quando si tratta di garantire ai cittadini il diritto alla sicurezza”.  Sacrosanto.      
 

 

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Pubblicato il 01 Agosto 2017
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