Prima vittoria italiana al Giro: ci prova Ganna, esulta Milan
Due protagonisti del quartetto d'oro di Tokyo brillano in Liguria: il verbanese prova il contropiede, il friulano trova la gamba migliore sul rettilineo finale
Due uomini del fantastico quartetto azzurro campione olimpico a Tokyo nell’inseguimento su pista infiammano il finale della quarta tappa del Giro d’Italia, la Aqui Terme-Andora di 190 chilometri. A trionfare è Jonathan Milan che si prende la rivincita dopo il secondo posto di lunedì, ma prima di lui è stato protagonista Filippo Ganna che ha tentato un clamoroso colpo di mano nell’ultimo tratto della corsa.
Milan, 23enne friulano della Lidl-Trek, ha la meglio sulla retta d’arrivo su un gruppo di sprinter di razza come l’australiano Groves, il tedesco Bauhaus, l’olandese Kooji e il belga Merlier che non riesce a bissare il colpo di mano della terza frazione. Oggi tutti alle spalle dell’azzurro, con tanta Italia anche nella top ten (Ballerini sesto, Zanoncello ottavo, Lonardi decimo). (Foto: FB Giro d’Italia)
Nulla cambia nella classifica generale con la conferma rosa di Tadej Pogacar, e del resto questa frazione non prevedeva possibilità logiche di cambiamento su questo versante. Per quanto riguarda invece la maglia ciclamino, è proprio Milan il nuovo proprietario visto che ha scalzato proprio Merlier.
Ma anche l’antipasto della volata è stato gradevole: prima una lunga fuga animata dallo spagnolo della Polti-Kometa Fran Muñoz (che ha vinto lo sprint dell’Intergiro) insieme al sudafricano De Bod (EF – Easy Post) e fino a un certo punto del solito attaccante francese Lilian Calmejane (Intermarché). Una volta ripresi i fuggitivi le squadre dei velocisti hanno iniziato a pensare al gran finale ma sono state sorprese da un contropiede di Filippo Ganna: il campione del Lago Maggiore ha guadagnato fino a 7″ scappando sullo strappo del Capo Mele e resistendo fino all’ultimo chilometro. Poi anche un fenomeno del cronometro come lui ha dovuto abdicare al ritorno del gruppo.
Mercoledì 8 la quinta tappa, da Genova a Lucca per 178 chilometri: la salita più rilevante è il passo del Bracco molto lontano dal traguardo ma nel finale c’è lo strappo di Montemagno che potrebbe spezzare il gruppo o comunque favorire qualche azione con un numero ridotto di uomini. Sulla carta niente di preoccupante, però, per il leader Pogacar.
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