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Capitale italiana della cultura, l’amministrazione: rimandare le attività del 2020 al 2021

Impossibile per Parma portare a termine il programma. Verbania chiederà che il suo dossier di candidatura venga valutato nel 2022

L’Amministrazione sostiene la proposta del Comune di Parma, Capitale della Cultura Italiana 2020, di rimandare il programma di attività all’anno successivo. Verbania chiederà che il proprio dossier di candidatura venga valutato, assieme alle altre città che abbiano presentato regolare manifestazione d’interesse, per il 2022, senza la necessità di emanare un nuovo bando e senza ulteriori proroghe per la consegna dei dossier.

“La decisione nasce da due considerazioni di buon senso -evidenziano il sindaco Marchionini e l’assessore alla Cultura Brezza-. La prima, riguarda l’impossibilità per Parma di portare a termine il programma, con intollerabili ricadute negative per la città, il territorio, gli artisti e gli operatori coinvolti, sia sul piano culturale, sia su quello sociale ed economico. La seconda riguarda, invece, la possibilità di utilizzare le risorse che si sarebbero spese per una nuova capitale nel 2021 a beneficio del sistema culturale, in aggiunta a quanto già stabilito dai recenti atti del governo”.

“Dopo aver sentito alcuni amministratori delle città candidate stiamo prendendo contatti con le altre città candidate per il 2021 per mandare una richiesta ufficiale al Ministero dei Beni Culturali. Crediamo che anche in una competizione debbano sempre prevalere la sportività e la solidarietà e questo è il momento per dimostrarlo. Tutti insieme possiamo essere più forti e quando tutto questo sarà finito sarà proprio il sistema culturale e artistico di questo paese uno degli aspetti che ci permetterà di ripartire più forti di prima” concludono Marchionini e Brezza.

Pubblicato il 18 Marzo 2020
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