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Riva, il ricordo di Silvio Papini: “A Cagliari al ristorante, parlando in dialetto varesotto”

L'ex dirigente del Varese, anch'egli di Leggiuno, ha conosciuto "Rombo di Tuono" fin da bambino e lo ha incontrato in amichevole anche sui campi di gioco

gigi riva silvio papini archivio stadio masnago 1974

(d. f.) Silvio Papini è una persona spiritosa, oltre che un ex calciatore di ottimo livello e un dirigente di lungo corso del Varese. Per scherzare, ogni tanto, si presenta come “il secondo miglior calciatore di Leggiuno” ben sapendo che il primo – Gigi Riva – resterà per sempre inarrivabile. Tra i tanti ricordi dedicati a Rombo di Tuono in queste ore (QUI una raccolta su VareseNews) c’è anche quello del “Papo” che pubblichiamo di seguito.

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Gigi Riva, le prime pagine dei giornali 4 di 14

Tra me e Gigi ci sono sei anni di differenza, io sono del ’50 e lui del ’44. Siamo entrambi di Leggiuno e ci siamo conosciuti da ragazzi, lui già più grande e io poco più che bambino. Poi Gigi è andato via presto ma nel corso degli anni ci siamo incontrati nuovamente quando sono diventato un calciatore, anche se ovviamente è impossibile paragonarmi a lui da questo punto di vista.

Ho avuto la fortuna di incontrarlo sul campo, anche. Capitò a Masnago, lui con la Nazionale e io con la squadra giovanile del Varese (foto di apertura) in una amichevole con gli Azzurri, una volta ci affrontammo a Cagliari sempre in amichevole quando giocavo nell’Imperia. Ma forse il ricordo più simpatico risale a una volta che andai a trovarlo proprio a Cagliari: Gigi mi accolse in modo fraterno, mi portò in giro presentandomi come calciatore parlando in dialetto varesotto.

«L’è anca lü un giugadur fort, l’è ‘n manzin tant me mi» (è anche lui un giocatore forte, è un mancino come me ndr) raccontava ai suoi straniti interlocutori sardi facendomi arrossire. E poi andammo al ristorante di pesce: «Va adasi» mi diceva quando iniziai ad abbuffarmi con i primi antipasti di pesce. «Mo’ cumincium a mangià»: con lui al tavolo arrivarono almeno dieci portate. Ma era la prassi per uno come lui, schivo e di cuore, ma idolo di una regione intera.

Di corsa sulla Lambretta tra un torneo e l’altro. Gigi Riva il ragazzino affamato di calcio

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it
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Pubblicato il 23 Gennaio 2024
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