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Addio Franco Ruspini: il saluto di chi gli è stato sempre vicino

Presidente della Canottieri Varese per 19 anni e dal 2008 alla guida della Canottieri Monate, Franco Ruspini è morto nella mattina di giovedì 18 giugno. Così lo ricordano la sua famiglia e gli amici di una vita

franco ruspini canottaggio

Per oltre trent’anni è stato il motore del canottaggio in provincia di Varese, ma Franco Ruspini, classe 1934, ci ha lasciato nella mattina di giovedì 18 giugno. Consulente marketing e di stile nel settore del tessile, Franco Ruspini è stato per 19 anni presidente della Canottieri Varese, per poi prendere le redini nel 2008 del progetto di rilancio della Canottieri Monate. Il suo obiettivo è sempre stato quello di trasformare la provincia in un teatro internazionale del canottaggio. Un sogno diventato realtà nel 2007 con la prima edizione della Coupe de la Jeunesse.

«A volte – racconta il figlio Paolo Ruspini accanto a suo fratello Luca – ci faceva arrabbiare perché l’anelito che dimostrava per le sue passioni sembrava più forte persino degli affetti; e per sue passioni intendo anzitutto lo sport. Franco mi ha trasmesso l’ardore per le letture e la carta stampata, ma anche la passione per tessuti e colori in virtù della sua professione. Franco aveva iniziato a correre quando io ero bambino e non ha quasi mai smesso. Registrava meticolosamente su dei quaderni i chilometri fatti per corse, allenamenti e, più recentemente, anche solo per le passeggiate con nostra mamma… fino ad arrivare a vantare l’equivalente di due giri dell’equatore terrestre! Papà mi ha trasmesso anche l’amore per l’acqua e la natura, ma non è riuscito a fare di me uno sportivo. Franco ha dato tanto in termini di volontariato e di esempio per i più giovani e molto gli è stato riconosciuto. Tutto quello che sono, nel bene e nel male, lo devo a Lui e Giuliana, mia mamma, alla quale va il mio pensiero più profondo».

«Ciao Franco, sei stato – ricorda Renato Gaeta, amico di Franco e canottiere che ha partecipato due volte alle Olimpiadi – una figura unica e indimenticabile, uno dei padri nobili del canottaggio dei nostri tempi e dello sport inteso nel senso più puro del termine. Io arrivavo dal Sud e tu mi hai aiutato a capire questa città ad integrarmi in questo ambiente facendomi sentire a casa Sei stato una fucina di iniziative e promotore instancabile di mille eventi anche in momenti difficili e a volte contro tutto e tutti. Scomodo a volte e spesso testardo ma sempre una persona vera, una persona che lascia un solco nelle vite e nelle coscienze di tutti noi impossibile da cancellare».

«Caro Franco – è l’addio di Franco Minetti, presidente del Panathlon Varese -, tutti i nostri soci, con cui hai trascorso oltre 20 anni con tante iniziative e conviviali in allegria, sono molto addolorati per la tua scomparsa. Sono addolorati perché semplicemente sei una di quelle persone a cui non si può non volere bene! Uno dei più anziani del Club che ben ti ha conosciuto ha sintetizzato Franco: “valido quanto modesto” Sei stato quasi sempre presente ai nostri incontri ma ultimamente la tua forma ci preoccupava, nonostante la costante vicinanza della tua fedele signora Giuliana. Caro Franco i tuoi Amici del Panathlon, dopo tanto impegno, sperano tu possa, a tuo piacimento, correre o vogare in pace: lo hai sicuramente meritato».

«Ti ringraziamo Franco – raccontano i soci del Cisv (Ciechi e ipovedenti sportivi Varesini) – per essere sempre stato pronto a raccogliere le nostre sfide sportive. Ci hai aperto la porta della tua Canottieri Varese nel ’96, affiancandoci subito i migliori istruttori e appassionando le nostre guide all’oscuro di tutto. Proprio grazie a te, in quel novembre del ’96, è partito alla Schiranna il primo corso di canottaggio per persone cieche e ipovedenti che è decollato in un’incredibile escalation di traguardi ambiziosi, gemellati poi con la Canottieri Gavirate, fino a raggiungere i campionati mondiali e le paralimpiadi di adaptive-rowing, ora para-rowing. Grazie anche alla tua lungimiranza, ci hai aperto il salone delle feste della Canottieri dove è partita l’interminabile serie di corsi di ballo sportivo, andando così oltre lo sport».

«Ciao testone, sognatore – ricorda Joas con Leonardo Binda della Di-Bi di Besozzo -, il più bel ricordo che ho di te è il discutere, sì, perché malgrado ci fosse oltre mezzo secolo tra noi, parlare e discutere con te era come parlare ad un coetaneo, perché si parlava di tutto e di più, con toni alti e toni pacati, e la cosa bella era comunque che ad una conclusione si arrivava e spesso il progetto si concretizzava. Sei stato davvero una persona che al nostro mondo remiero ha dato tanto, e di questo posso solo dirti con immensa stima e rispetto grazie di cuore».

«Abbiamo lottato per raggiungere traguardi per noi importanti – racconta infine Guido Ferario, a nome di tutta la Canottieri Varese -, quando ci siamo riusciti mi hai abbracciato e ricordo di essermi sentito felicissimo. Voglio ringraziarti per la tua grande umanità, per avermi voluto bene come ad un figlio, per esserci stato nel momento del bisogno. Ma, in realtà, non voglio parlarti di noi, vorrei oggi dirti qualcosa che sono sicuro riguardi tutte le persone che ti hanno conosciuto in Canottieri Varese, soprattutto i nostri giovanissimi. Franco, tu hai rappresentato per tutti loro una certezza, una presenza costatante, un riferimento irrinunciabile, una roccia. I miei piccoli atleti ti hanno voluto bene, sei stato importante per loro, allo stesso tempo ti rispettavano e ti consideravano uno di loro, uno della banda, non solo il presidente. Questa, Franco, è stata, a mio parere, la tua piccola incredibile magia».

Pubblicato il 24 Giugno 2020
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