“Continuate a correre la campestre della vostra vita”, commosso il funerale di Luca Floreani
Una cerimonia commuovente per l'ultimo abbraccio al 61enne Luca Floreani, salutato dalla famiglia e dai tanti studenti che lo hanno conosciuto e apprezzato
Chi ha avuto modo di conoscerlo, chi tanto lo ha apprezzato, non lo ha lasciato solo nel suo ultimo viaggio.
Attorno alla chiesa parrocchiale di Castiglione Olona martedì pomeriggio, 5 dicembre, era difficile trovare parcheggio. Tanta, tantissima gente, di tutte le età, ha voluto partecipare all’ultimo saluto a Luca Floreani, scomparso sabato scorso all’età di 61 anni.
Soprattutto, non lo hanno lasciato solo i suoi ragazzi, che Floreani ha incontrato in tanti anni di insegnamento, come professore di Scienze Motorie all’Insubria e prima insegnante di educazione fisica in moltissime scuole del Varesotto. Composti, ma commossi, hanno testimoniato, con la loro presenza, il valore di un uomo che ha fatto dell’insegnamento non solo una professione, ma una vera e propria missione.
Ai suoi alunni si sono rivolte le figlie di Floreani, in una lettera colma di amore letta per il loro papà, che ha ricordato quanto egli tenesse a questo impegno, cercando di spronare tutti a dare il meglio, sanando i conflitti, credendo nel continuo aggiornamento e dimostrando fiducia verso ciascuno dei suoi allievi. «Continuate a correre la campestre della vostra vita» hanno concluso queste giovani donne, guardando tutti coloro che, da tutta la provincia, sono giunti a Castiglione Olona per salutare il loro papà Luca.
Non solo scuola e sport, però, perché le tante doti di quest’uomo si sono propagate in ogni sfera abitata da Floreani. Le figlie ne hanno ricordato la presenza preziosa in famiglia, al loro fianco e della madre, con gli amici, a lui legati da sentimento sincero, nell’impegno con gli scout, e in ogni ambito in cui ha potuto trasmettere agli altri quelle doti così preziose, anche nella difficile prova della malattia. La sua mitezza, la sua bontà d’animo, la sua generosità: qualità che lo hanno trasformato in un uomo che adesso tanti piangono.
Solo pochi giorni fa, per esattezza venerdì 1 dicembre, a Luca Floreani, era stato conferito dal Coni il Premio “Enrico Ravasi”, assegnato a personaggi capaci di fare dello sport, dell’educazione fisica spazi essenziali per una vita migliore. Un premio che il docente non aveva potuto ritirare a causa della malattia.
«Era un raggio di sole: io lo ricordo così – ha sottolineato don Ambrogio Cortesi durante la celebrazione eucaristica – Luca in questi anni ha fatto parte del Consiglio Pastorale e lui ha saputo fare la differenza anche negli impegni pratici, come pulire le panche nel periodo post Covid. Sapeva farsi apprezzare in questi gesti piccoli, portando il suo raggio di sole a chiunque lo incontrasse. Ed è per questo che oggi non basta questa chiesa a raccogliere l’affetto di tutti» ha chiosato il sacerdote, osservando i volti che affollavano le navate.
«Luca è stato un operatore di pace grazie al suo esempio. A partire da ciò che era ha saputo fare la differenza, “annaffiato” dall’amore di Dio. Con lui accanto ci si sentiva invincibili – ha continuato don Luca lanciando un messaggio forte e molto attuale – si può essere un maschio forte senza essere violenti, ma con mitezza e con il cuore grande. Luca ha dimostrato tutto ciò».
Parole che resteranno scolpite nel cuore di una famiglia e di generazioni di giovani che hanno conosciuto e amato Luca Floreani “insegnante a scuola e nella vita”.
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