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DSA in classe, cosa devono fare professori e genitori

La rubrica settimanale "Il prof tra i banchi", curata da Alberto Introini, tratterà argomenti di scuola, didattica e formazione, commentando le notizie di attualità che si susseguiranno nel corso delle settimane

Generico 20 Mar 2023

Cosa sono i DSA
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) possono coinvolgere le abilità di lettura, scrittura e calcolo. Si tratta quindi della dislessia, della disgrafia o disortografia, e della discalculia. Si manifestano in età evolutiva, quando emerge la difficoltà del bambino a sviluppare una capacità che per gli altri, invece, diventa progressivamente un automatismo: di solito ce ne si accorge tra la terza elementare e la prima media.  C’è subito da chiarire che tali difficoltà non sono conseguenze di traumi, di blocchi psicologici o relazionali, e non nascono dalla poca applicazione allo studio: una persona con DSA ha intelligenza e capacità cognitive adeguate alla propria età. Non sono una malattia, ma dipendono da funzionalità neuronali del cervello che necessitano di tempi più lunghi della norma.

Gli ultimi dati ufficiali, pubblicati dal Ministero nel 2020, indicano che i DSA sono in media un 6% degli alunni totali (scuole elementari, medie e superiori). Uno o due per classe, come riscontro anch’io. Il dato di un decennio prima era notevolmente più basso: i DSA certificati nel 2010 erano solo l’1% della popolazione scolastica. In realtà, non vi è stata una maggiore diffusione, ma è cresciuta nel giro di poco tempo la consapevolezza del problema, sia tra le famiglie che nelle scuole. Ci sono oggi molte più conoscenze e molte più attenzioni, com’è giusto che sia. La certificazione per Disturbo Specifico dell’Apprendimento, per essere regolare e completa, viene rilasciata da un gruppo di tre professionisti che lavorano in equipe: uno psicologo, un logopedista e un neuropsichiatra infantile.

Cosa devono fare le famiglie
Le famiglie che arrivano a conseguire una certificazione DSA hanno in mano una forma di tutela, anche scolastica, per il proprio figlio, oltre ad aver trovato una motivazione alle difficoltà incontrate nei primi anni di scuola. All’inizio, comunque, possono ancora prevalere un po’ di imbarazzo e  disorientamento, sia nell’adulto che nell’adolescente. E allora, come procedere? Innanzitutto, vi sono da ricordare i riferimenti alla legge in vigore: in Italia è la n. 170 dell’8 ottobre 2010, con le rispettive Linee Guida Miur sui DSA del 12 luglio 2011. Poi, bisogna consegnare il fascicolo della certificazione alla scuola frequentata, magari fissando anche un appuntamento col docente coordinatore di classe: ogni informazione servirà ai professori per redigere il Piano Didattico Personalizzato (PDP). In tale documento viene riportato il progetto educativo dedicato al singolo studente che ha difficoltà di apprendimento. È un documento ufficiale, in cui si definiscono i rapporti tra scuola, famiglia e i vari professionisti che seguono l’allievo nelle attività di recupero e di potenziamento; è fondamentale per definire gli strumenti compensativi e le misure dispensative necessarie per favorire il percorso scolastico dello studente.

Le soluzioni più frequenti che noto essere molto efficaci e utili? La possibilità di utilizzare il PC e i libri digitali, l’ausilio di mappe concettuali durante le verifiche, un’aggiunta del 20% al tempo a disposizione per svolgere i test; oltre che – altro diritto fondamentale – la maggiore periodicità di interrogazioni orali.

Per sostenere i costi degli interventi specialistici necessari (logopedista, pedagogista, tutor dell’apprendimento), è possibile chiedere – tramite domanda all’INPS – l’Indennità di Frequenza: un contributo economico mensile in aiuto alle famiglie. In questo campo, le cose sembrano funzionare abbastanza velocemente: è uno dei rari esempi virtuosi della burocrazia italiana!
(si ringrazia per la collaborazione la dott.ssa Chiara Maianti)


Alberto Introini, dopo aver insegnato in vari licei della provincia di Varese, dal 2008 è docente di Italiano e Storia presso l’Istituto Elvetico di Lugano (Svizzera). Ha due lauree, in Lettere-Filosofia (2002, Università Statale di Milano) e in Storia (2022, Università di Zugo, Svizzera). Iscritto dal 2004 all’Ordine dei Giornalisti di Milano, ha pubblicato 4 libri. Partecipa come relatore o moderatore a diversi eventi culturali nel nord Italia. La sua rubrica settimanale “Il prof tra i banchi” tratterà argomenti di scuola, didattica e formazione, commentando le notizie di attualità che si susseguiranno nel corso delle settimane.

Prof. Alberto Introini
Docente e scrittore
@intro.prof

(foto Pexels)

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Pubblicato il 23 Marzo 2023
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