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Amor: “Chiediamo correttezza e lealtà”

La protesta delle mamme per l'ospedale di angera

«In questo momento difficile, se non decisivo, per le sorti dell’Ospedale Carlo Ondoli di Angera, alle forze politiche, a tutta la politica chiediamo correttezza».

Comincia così il comunicato con cui l’associazione Amor, l’Associazione Mamme per l’Ondoli in Rinascita, spiega il proprio punto di vista dopo la “bufera” scoppiata in commissione Sanità con la possibilità ormai ineluttabile che il punto nascite dell’ospedale di Angera chiuda i battenti.

«Chiediamo correttezza e lealtà nei confronti dell’intero territorio del Basso Verbano, correttezza nei confronti della gente e lealtà nei confronti di chi ha lottato e sta lottando tantissimo, ogni giorno, per salvare un presidio importantissimo per quest’area – si legge nella nota -. Amor, le mamme e le centinaia di cittadini in prima linea in questo impegno costante non meritano di essere presi in giro: chiediamo con forza di lavorare tutti nella stessa direzione che, per il nostro territorio, non può essere altro che verso una rinascita e un miglioramento (e potenziamento) dei servizi garantiti dal nostro ospedale. Già da tempo abbiamo denunciato, addirittura in conferenza stampa, la situazione critica del Punto nascite, a causa non di una carenza generica di medici, ma per una pessima gestione da parte dell’Asst Valle Olona: già da tempo abbiamo espresso la nostra preoccupazione per la sicurezza del reparto. Noi non abbiamo lottato per questo, ma per un reparto all’altezza della sua fama, di oltre cinquant’anni di lavoro da parte di ostetriche, medici e infermieri all’insegna della qualità e della forte umanizzazione dell’assistenza».

«La chiusura imminente del Punto nascite, a questo punto, sappiamo che è inevitabile, ma da oltre un anno le mamme di Amor lavorano incessantemente affinché avvenga a determinate condizioni e con un nuovo progetto che valorizzi proprio ciò che vengono a cercare le mamme, ad Angera: la grande qualità umana dell’assistenza nel percorso nascite – prosegue la nota di Amor -. Chi scrive o dichiara che la protesta delle mamme di Angera è servita soltanto a rinviare la chiusura del Punto nascite, non ha capito nulla: centinaia di persone di ogni età che hanno scelto, accanto alle mamme, di mettersi in gioco, in prima linea, per il proprio ospedale hanno prodotto molto. Chi, tra i politici, è in malafede, non pensi di prendersi gioco di tutto questo. Confidiamo nella correttezza dell’assessore al Welfare Gallera e di tutti i suoi collaboratori con i quali da mesi è in corso un confronto proprio sulle nostre proposte, in particolare sul progetto Casa delle mamme: questo progetto, negli ultimi mesi si è evoluto grazie alla collaborazione di esperti consulenti ed ostetriche ed è all’esame dei tecnici della regione. Confidiamo che vedrà la luce al più presto anche come Centro nascite a gestione ostetrica».

«Nel frattempo, è innegabile il nostro sforzo per favorire il passaggio dell’ospedale di Angera sotto l’Asst dei Laghi e per iniziare una collaborazione con il professor Ghezzi e il dottor Agosti dell’ospedale Del Ponte di Varese, di concerto con i medici di Angera. La protesta delle mamme resta un momento chiave, ma l’impegno successivo non è da meno – continua la nota dell’associazione delle mamme dell’Ondoli -. Ora, come abbiamo chiesto anche tramite il Patto delle associazioni (sottoscritto da 72 associazioni) chiediamo chiarezza e un progetto serio per tutto l’ospedale. Chiudere il Punto nascite non deve significare l’inizio del declino dell’ospedale. Far rinascere l’ospedale vuol dire cominciare a garantire un funzionamento dignitoso del Pronto soccorso. Pensare di chiudere Pediatria e la guardia pediatrica assieme al Punto nascite è una follia per un presidio come il nostro, nel pieno dell’estate, stagione in cui la popolazione e le famiglie raddoppiano o quasi, per l’afflusso turistico nei campeggi, nei residence e nelle seconde case. Se si vuol bene davvero al nostro territorio e al nostro ospedale, la scelta peggiore della politica sarebbe quella di ripetere gli errori del passato e di prendere in giro il territorio».

Pubblicato il 14 Giugno 2018
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