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Ventidue bambini senza assistenza. I Comuni: “Intervenga l’ospedale”

Rischia di chiudere da settembre il servizio di psicomotricità garantito fino ad oggi dall'Anffas su incarico dei Comuni. Le amministrazioni sostengono che il servizio è sanitario




Fino alla fine di giugno troveranno la loro psicomotricista, nella solita stanza, ricavata nella scuola, ad aiutarli nel loro difficile cammino della crescita. Così come avviene da tre anni.
A settembre, però, gli attuali 22 bambini seguiti dal servizio effettuato dall’Anffas su incarico dell’Ufficio di Piano e dei comuni del luinese rischiano di rimanere senza supporto.

Il punto è che l’attività di psicomotricità, che viene prescritta dal neuropischiatra infantile, sarebbe  di competenza ospedaliera. Dal settembre 2006, però, la mancanza di un servizio così importante aveva indotto la Comunità montana prima e i comuni poi a sopperire alla mancanza del servizio da parte dell’azienda ospedaliera pur di dare un aiuto concreto e utile ai piccoli pazienti.

Al servizio di psicomotricità si rivolgono, infatti, bimbi tra i tre e gli undici anni con problemi di ritardo dello sviluppo. Le patologie sono diverse: autismo, sindrome di down, psicosi, tutte  diagnosticate dal neuropsichiatra infantile.
L’azienda ospedaliera di Varese fornisce una figura di supporto a Cittiglio, ma per i piccoli pazienti di Luino, Lavena Ponte Tresa, Cremenaga, Grantola, Castelveccana, Maccagno, Mesenzana, non è sempre agevole raggiungere l’ospedale. Senza considerare, poi, che
questi servizi hanno sempre una lista d’attesa molto lunga.

Nell’ultima riunione dell’Ufficio di piano, i sindaci hanno fatto due conti e hanno deciso di bussare a Villa Tamagno per restituire un incarico che loro si erano assunti in via provvisoria: « Ho scritto proprio ieri una lettera al dottor Bergamaschi ( direttore dell’azienda ) – spiega il sindaco di Luino Gianercole Mentasti – chiedendo un incontro per chiarire la situazione e verificare le possibilità che a settembre i nostri bambini possano trovare questo prezioso servizio. Devo dire, però, che sono un po’ preoccupato».

Uno stato d’animo che , proprio in questi giorni, sentono pressante anche i genitori dei piccoli pazienti a cui si aggiungono i tre che dovrebbero unirsi dopo l’estate. Per i questi bambini l’attività con la psicomotricista, il gioco, l’azione, il disegno, il lavoro cognitivo, è fondamentale per la crescita.
«Solo oggi abbiamo appreso di questa situazione – replica il direttore sanitario dell’azienda ospedaliera Roberto Riva – Sicuramente ci attiveremo per verificare le possibilità che il servizio rimanga anche nel futuro. Magari era preferibile saperlo un po’ prima…»




Pubblicato il 12 Giugno 2009
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