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Luino, scende in campo Furio Artoni candidato sindaco dell’area civica

Diverse le componenti che animano questa formazione che non ha ancora un nome ufficiale. “La città vuole essere rappresentata. Sarà una campagna pesante“

Avarie

Si chiama Furio Artoni, 57 anni avvocato penalista originario di Luino con studio in città e a Varese quasi in faccia al tribunale a candidarsi come sindaco alle prossime amministrative con un movimento che spariglia le carte fra i partiti tradizionali.

La candidatura di Artoni (nella foto, sul lungolago di Luino) è maturata in questi mesi nella galassia del mondo civico che fa riferimento a diverse componenti, in parte già oggi rappresentate in consiglio comunale: c’è per esempio il nome di Pietro Agostinelli in lista con lui, attualmente consigliere di minoranza eletto cinque anni fa con il Min (Movimento Italia nazione). Ma anche quello di Franco Compagnoni, ex vicesindaco del “Pellicini1” e oggi in consiglio comunale dove condivide i banchi con alcuni esponenti del centrosinistra cittadino, «e poi diversi altri che presenteremo via via», conferma il capolista.

L’estrazione della lista – «per il momento non c’è ancora un nome», dice lo stesso Artoni – è certamente civica, ma con forti componenti di centrodestra, e suonerà come un campanello d’allarme per le segreterie dei partiti (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) che ancora stanno interloquendo per un candidato.

La quadra sull’avvocato Artoni, sostenuto dal movimento aggregatosi attorno alla proposta di Adriano Giannini, insegnante al Cfp attivo nell’associazionismo e da tempo in lizza per una lista, è arrivata in modo graduale. Lo stesso Giannini che da tempo stava lavorando ad un progetto politico per la città aveva fatto sapere nei mesi scorsi di non essere lui il candidato ma di voler lavorare attorno ad un nome. E il lavoro è proseguito, anche durante il lockdown.

Una lista alternativa al Centrodestra dunque? «Direi di no perché alle alternative preferisco le proposte», spiega il diretto interessato raggiunto al telefono in auto in viaggio verso il confine svizzero, insegnante di arti marziali e attivista dei diritti di genere attraverso l’associazione “Gea“.

«Da quando mi sono messo a disposizione, da quando il mio nome ha cominciato a girare mi sono accorto di due cose. Primo: in molti, davvero tanti luinesi, mi hanno esortato ad andare avanti. Poi mi sono accorto che esiste un enorme bisogno di rappresentatività in questa città. Una richiesta che arriva a mio avviso dalla stanchezza provata da tanti cittadini oramai insensibili ai partiti tradizionali».

Anche il simbolo di questa lista sembra essere in itinere, ma conterrà certamente un riferimento alle aree periferiche, con certezza uno dei campi di battaglia sui quali si giocherà questa campagna elettorale strana, a strappi e tappe forzate contingentate non solo dai tempi della politica ma anche da quelli del virus, «e che comunque mi sento sarà una campagna elettorale dai toni pesanti, questo sì», chiosa il candidato.

Programmi? «Grande attenzione alle frazioni, tutela del commercio locale, necessità di dare liquidità ai cittadini luinesi, sport, e frontalieri», spiega l’avvocato prestato alla politica.

«Anzi, su quest’ultimo tema, per questa terra di frontiera si sono avvicinati al nostro movimento moltissimi frontalieri. C’è anche un comitato col quale sto interagendo: mi hanno chiesto di elaborare un progetto politico per affrontare il periodo. Stiamo parlando di persone che rischiano oggi più di prima il posto di lavoro per gli squilibri economici che si profilano, con stipendi più bassi di 5 anni fa. Su questo tema oltre a una soluzione che va data a livello locale sto elaborando un vero e proprio progetto di legge».

Pubblicato il 22 Giugno 2020
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