Il canto della “Caccia selvaggia” racconta il Lago Maggiore
Dalla Valle Vigezzo ai laghi del Varesotto, il brano eseguito da tre musiciste mostra la bellezza del Verbano attraverso il mito della cultura norrena
Attraverso il mito nordico della “Caccia selvaggia” (un corteo di creature sovrannaturali alla carica accanto a re e divinità) tre musiciste hanno unito le forze per raccontare le bellezze del Lago Maggiore. Il brano scritto dal compositore statunitense Eugene Magalif si intitola “Aria” e a eseguirlo è stato il Trio Sonus Aurae: la formazione composta da Laura Scotti (soprano), Martina Arampi (flauto) e Roberta Giorgio (Pianoforte). Le tre musiciste, tutte originarie del Varesotto, hanno girato anche un video musicale, che accompagnando le note e le parole del brano, mostra i luoghi più suggestivi del Verbano: dalla Valle Vigezzo ai laghi della Provincia di Varese.
La Caccia selvaggia e il Lago Maggiore
Il video unisce il messaggio che il compositore ha voluto trasmettere con la sua musica al legame delle musiciste col proprio territorio. Ecco quindi le immagini del Santuario della Madonna del Sangue di Re in Valle Vigezzo, delle viti di Angera, del Castello di Jerago e di tanti altri scorci del territorio del Lago Maggiore, che si affiancano alle raffigurazioni della Caccia selvaggia, dove guerrieri, re e dei cavalcano la notte accanto a creature mitologiche.
Il Trio Sonus Aurae
La formazione di Laura Scotti, Martina Arampi e Roberta Giorgio è nata nel 2021, durante la pandemia, per la voglia di fare musica insieme. Martina e Roberta avevano già collaborato in passato per alcuni progetti (tra cui un altro brano sempre del compositore Eugene Magalif). «La nostra è una formazione poco consueta – spiega Laura Scotti -. Spaziamo dalla musica operistica a quella da camera e vogliamo far conoscere il nostro lavoro. L’obiettivo, però, è anche quello di mettere in luce le risorse del nostro territorio, anche quelle musicali. Spesso gli organizzatori di festival e manifestazioni cercano di attirare solamente artisti provenienti da lontano, quando invece si potrebbe cogliere queste occasioni per promuovere i talenti locali».
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