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Una bottega per scuola: così si argina la dispersione scolastica

I due Comuni hanno avviato un progetto finanziato dalla fondazione "La Sorgente onlus" per ragazzi in età scolare che hanno abbandonato gli studi

I dati sulla dispersione scolastica a livello provinciale parlando di percentuali attorno al 9%. Un numero elevato di ragazzi che esce dal sistema formativo senza aver ottenuto alcuna certificazione. Partendo da una richiesta specifica di scuola e servizi sociali, i comuni di Gavirate e Sesto Calende propongono un percorso formativo particolare per coloro che sono finiti fuori dal sistema scolastico, i cosiddetti "drop out". 

Gli operatori degli sportelli dedicati al lavoro dei Comuni di Gavirate e Sesto Calende stanno lavorando all’attivazione di un progetto pilota della durata di un anno, incentrato sul tema dell’abbandono scolastico, grazie al finanziamento della fondazione “La Sorgente onlus” di Varese, strumento delle ACLI provinciali e quindi organizzazione non lucrativa di utilità sociale. 
 
I due Comuni, entrambi appartenenti alla rete “Le Città del lavoro”, hanno riscontrato la necessità di costruire un percorso mirato per 6 giovani tra i 16 ed i 22 anni, residenti nei rispettivi Comuni, che non riescono a trovare occasioni di crescita personale, di  maturazione e di sviluppo delle proprie capacità cognitive, a causa del rifiuto del sistema scolastico convenzionale, vivendo situazioni di forte disagio individuale, spesso all’interno di famiglie dove ci sono rilevanti problematiche relazionali. 
 
Per la progettazione sono state prese in esame esperienze già consolidate di “Scuola bottega”. Si tratta di modelli educativi che hanno la peculiarità  di far ottenere il titolo di studio al giovane che rifiuta il percorso classico di istruzione, attraverso un mix di lavoro presso un artigiano al mattino cui seguono ore di lezione/studio al pomeriggio per prepararlo agli esami. I risultati positivi che si riscontrano in questo tipo di esperienze sono nella maggior parte dei casi, di far partire percorsi di maturazione e di orientamento importanti, che possono rimotivare il ragazzo nel continuare un percorso di studi o nel cercare un inserimento nel mondo del lavoro.
Le attività di progetto prevedono 3 fasi integrate tra loro: una prima fase di studio ed analisi delle esperienze esistenti in Lombardia di recupero dei drop out con la finalità di individuare un modello adattabile e replicabile sul territorio anche in fase successiva al periodo di durata specifica del progetto in corso. Per questa attività sarà avviato un tirocinio in collaborazione con le Università che presentano tra le loro facoltà, percorsi di laurea attinenti la problematica in esame.
Contemporaneamente gli operatori dei due Comuni selezioneranno i 6 ragazzi beneficiari dell’intervento con i quali sarà effettuato un percorso individuale specifico finalizzato a determinare le caratteristiche, gli interessi e le attitudini personali spendibili in una determinata area professionale. A quel punto, in collaborazione con CNA e Confartigianato di Varese che hanno dato il loro supporto al progetto, saranno individuati gli artigiani presso i quali attivare i tirocini con formazione “on the job”. 
 
A conclusione dell’esperienza, attraverso un convegno che avrà luogo a settembre 2013, verranno condivisi i dati dello studio iniziale e dei risultati delle 6 esperienze con gli attori chiave coinvolti nelle attività: i Poli scolastici di Sesto Calende e Gavirate, le ACLI, le associazioni di categoria e l’Ufficio Scolastico Territoriale. L’obiettivo del progetto che si intende sviluppare, è prioritariamente di costruire occasioni di crescita personale, di maturazione e di sviluppo delle capacità cognitive a favore dei ragazzi coinvolti e, a livello istituzionale, di sperimentare metodi di approccio al fenomeno e accumulare esperienza teorica e pratica nella gestione del fenomeno “drop out from school”, stimolando
gli stakeholders del campo da gioco alla compartecipazione nelle azioni utili. Si vogliono infatti creare competenze e modalità di approccio efficaci all’interno dei servizi per il lavoro e servizi sociali per supportare le scuole e le famiglie che vivono la problematica.
 
Più di un ragazzo su 5 tra i 15 e i 29 anni in Italia è a rischio marginalità perché non inserito in un percorso formativo e neppure impegnato in un’attività lavorativa, e rientra nei così detti NEET – Not in Education, Employment or Training – ovvero di quei giovani che non stanno svolgendo nessun tipo di attività. Nel 2010, in Italia il fenomeno riguarda oltre due milioni di giovani (più del 22% della popolazione di età 15-29 anni). 
Su questo terreno la posizione dell’Italia, al vertice della graduatoria europea, è distante dai principali paesi quali Germania (10,7), Regno Unito e Francia (entrambi 14,6). In un mercato del lavoro come quello Italiano che vede i giovani in grande sofferenza per diverse ragioni, dal 2007 al 2011 il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è passato dal 24 al 32 per cento, con un ulteriore balzo al 39,3 per cento nel primo trimestre 2012, parlare di drop out vuol dire affrontare una problematica specifica all’interno del grande problema della disoccupazione giovanile, e vuol dire anche lavorare sull’emarginazione o il rischio emarginazione di una categoria più debole di quella del semplice giovane disoccupato che ha terminato gli studi ma non trova lavoro.
 
Info:
Le Città del Lavoro – Comune di Gavirate
c/o Centro Commerciale “Campo dei Fiori”
0332 756771
gavirate@lecittadellavoro.it
 
Le Città del Lavoro – Comune di Sesto Calende
c/o Municipio in P.zza Cesare da Sesto, 1
0331 928181
sestocalende@lecittadellavoro.it

Pubblicato il 26 Ottobre 2012
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