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Il calcio mercato del bancario. “Siamo alla ricerca di un’identità”

Al direttivo della Fabi è emerso il tema del rapporto delle banche con la comunità e i dipendenti. Frontini: "Sul territorio non ci sono più direzioni generali, poli deliberativi e comitati territoriali"

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Sono due i fattori che Alessandro Frontini, segretario provinciale della Fabi, ha messo al centro del direttivo che si è svolto al De Filippi di Varese, la digitalizzazione esasperata, che ha di fatto accelerato una progettualità al ribasso, e l’impoverimento generale del sistema bancario. «Da anni i piani industriali dei gruppi bancari puntano sempre di più alla chiusura delle filiali – ha detto il segretario provinciale della Fabi -E, dati alla mano, è molto difficile immaginare un’inversione di tendenza nel breve periodo».

UN TREND AL RIBASSO

Il punto di non ritorno è stato toccato nel 2008 con la chiusura di 36mila sportelli sul territorio nazionale, mentre il minimo si è registrato nel 2021, nel pieno del Covid, con 21mila chiusure. Questa situazione in continuo divenire fa sentire i suoi effetti sull’identità del lavoratore, un tema che è emerso più volte durante il direttivo. Una situazione che lo stesso Frontini definisce “Il calcio mercato del bancario”. «Assistiamo a uno scollamento delle banche rispetto ai territori. È evidente che oggi al sistema del credito questa coincidenza di identità non interessa più».

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IL RAPPORTO CON LA COMUNITÀ

La metamorfosi strutturale del mondo bancario si riflette dunque sul bene intangibile più importante che fino a ieri lo caratterizzava: il rapporto con la comunità.

 Un rapporto che viene eroso a colpi di chiusure.
Nessun territorio è indenne da questa dinamica. E spostando lo sguardo sulla nostra provincia, la situazione appena descritta da Frontini, è la stessa. «Avevamo oltre 400 punti operativi, cioè filiali, oggi siamo a 277 con un numero di addetti che a fatica alle 2500 unità – dice il segretario provinciale della Fabi – Le banche in questa provincia fanno fatica a fare un vero ricambio generazionale, nonostante gli accordi vengano rispettati».

SEMPRE MENO FILIALI

Frontini affronta un problema che è ormai evidente nella gestione del personale da parte delle banche: «Si fanno gli accordi, anche buoni, ma poi il personale sul territorio non arriva». C’è un impoverimento generale evidente della struttura del sistema del credito sul territorio che si traduce nella mancanza di direzioni generali, poli deliberativi e comitati territoriali. 
Rimangono le filiali, con i piani industriali che tendono a tagliarle sempre più.
«Se si guarda ai big, come Intesa Sanpaolo e Bper – conclude Frontini – i numeri delle chiusure a livello nazionale sono impressionanti. La nostra preoccupazione è che il territorio rimanga sempre più scoperto, con il dipendente costretto alla mobilità e la clientela senza un servizio sociale fondamentale».

Pubblicato il 19 Ottobre 2022
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