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Whirlpool rivede la sua strategia in Europa. Il sindacato: “Chiarisca subito se vuole lasciare”

La crisi geopolitica, la guerra e le difficoltà di approvvigionamento di materie prime ha portato la multinazionale a fare «una revisione strategica in tutta l'area Emea» Europa, Medio Oriente e Africa

Lo sciopero alla Whirlpool di Cassinetta

Era da tempo  che si sospettava un disimpegno di Whirlpool nell’area Emea, ovvero l’area che comprende Europa, Medio Oriente e Africa. Ora è arrivato un segnale diretto dalla stessa multinazionale americana che ha annunciato di avere avviato una revisione strategica in tutta quell’area, a partire proprio dal Vecchio Continente.
La situazione attuale, con la guerra in Ucraina, la conseguente instabilità geopolitica e le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, secondo Whirlpool, sarebbero le ragioni per cui è stata avviata la revisione strategica che terminerà entro la fine del terzo trimestre.

In realtà i segnali di una crisi nel rapporto con l’Italia si erano avuti da tempo, a cominciare dal mancato rispetto del piano industriale sottoscritto con i sindacati di categoria nel 2018 e la chiusura a sorpresa del sito produttivo di Napoli che ha portato a un lungo braccio di ferro con i lavoratori – a Cassinetta e in tutti gli altri stabilimenti Whirlpool italiani si sono superate le 100 ore di sciopero – e a un’estenuante trattativa a cui hanno partecipato i ministri dello Sviluppo economico che si sono succeduti negli ultimi cinque anni, senza però arrivare a una soluzione.

L’IMPEGNO DI WHIRLPOOL MESSO IN DISCUSSIONE

I sindacati dei metalmeccanici, già durante lo sciopero nazionale del 17 luglio del 2020, avevano sollevato la questione relativa alle prospettive di Whirlpool in Italia che, dopo il disconoscimento del piano industriale, non erano più così chiare. In realtà quella con Whirlpool Emea era la storia di una trattativa mai decollata le cui premesse risalivano al Piano per l’Italia del 2015.

Il rapporto con la provincia di Varese aveva subito un colpo decisivo nel 2016, quando la multinazionale aveva deciso di lasciare il centro direzionale Emea di Comerio (Varese) per trasferirsi a Rho Pero nell’edificio “Perseo Expo District“, mantenendo sul territorio il polo degli elettrodomestici da incasso di Cassinetta di Biandronno.

I SINDACATI DI CATEGORIA VOGLIONO CHIAREZZA

Ora Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm chiedono un chiarimento immediato all’azienda in merito alle dichiarazioni fatte. «Noi in rappresentanza dei lavoratori italiani – scrivono in una nota i  sindacati – non possiamo certo aspettare di apprendere le decisioni della corporation a cose fatte, tanto più che Whirlpool nell’incontro con il coordinamento nazionale dello scorso 24 febbraio ha gravemente declinato la nostra richiesta di conoscere il piano industriale del prossimo triennio. Inoltre sottolineiamo che le motivazioni aziendali appaiono strettamente legate alla incipiente crisi economica, che il perdurare del conflitto in Ucraina potrà scatenare in Europa. Whirlpool parla difatti in modo esplicito di un mondo meno globale, nonché della opportunità di concentrarsi nelle regioni profittevoli del pianeta, escludendo implicitamente l’Europa da queste. Per questo riteniamo necessario interessare urgentemente anche il Governo. Whirlpool già in passato ci aveva dato gravi segnali di disimpegno che avevamo denunciato al Governo. Poi la breve ripresa economica, seguita alle chiusure da covid, aveva rilanciato anche la produzione di elettrodomestici. Ora il ritorno della crisi nel nostro continente sta facendo evidentemente valutare alla Direzione americana la possibilità dell’abbandono, una possibilità quasi senza precedenti per una grande multinazionale leader del suo settore. Il conflitto in Ucraina provoca effetti economici dei quali in governo deve assumersi responsabilità trovando il modo di salvaguardare gli approvvigionamenti, mantenere la produzione e salvare la occupazione. Infine a partire dal prossimo CAE (Comitato aziendale europeo, ndr) proveremo a sondare la possibilità di iniziative di livello europeo insieme ai sindacati degli altri Paesi».

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Pubblicato il 06 Maggio 2022
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