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Nuova vita per l’ex “Torcitura di Rancio“: diventerà un polo meccanico d’avanguardia

La grande area di fondovalle acquisita dalla Cumdi di Germignaga. L’azienda di lavorazioni speciali del metallo duro punta a uno sviluppo legato all’economia circolare, con importanti ricadute occupazionali e un centro documentale che racconterà il passato della manifattura tessile in Valcuvia

progetto cumdi germignaga rancio valcuvia

Fu uno dei poli di sviluppo economico manifatturiero della Valcuvia ed oggi, dopo gli anni del declino e dell’abbandono tornerà a rappresentare un volano di crescita, con un’azienda che proprio nei locali di quella che fu la Torcitura di Rancio investirà capitali che frutteranno posti di lavoro, innovazione e cultura industriale.

L’operazione in cantiere è stata portata avanti in questi mesi dalla “Cumdi“ di Germignaga, azienda specializzata nelle lavorazioni speciali del metallo duro che ha puntato su uno sviluppo aziendale verso un’economia circolare e a impatto “zero” che rispetti l’ambiente.

«La scelta di CUMDI di investire sull’area di Rancio Valcuvia è stata dettata dalle innumerevoli problematiche amministrative e burocratiche che hanno reso impraticabile e incerta la realizzazione del progetto di insediamento nell’aera acquistata alcuni anni fa nel Comune di Cugliate Fabiasco. L’area della Torcitura soddisfa le esigenze del futuro sviluppo aziendale avendo a disposizione oltre 16.000mq di superficie coperta recuperando un’area dismessa che era stata, a suo tempo, veicolo di sviluppo per l’intera Valcuvia», dicono dall’azienda.

Questo importante investimento, oltre al recupero edilizio avrà nei prossimi anni, una positiva ricaduta sul piano occupazionale.
«Sicuramente in un momento di incertezza, anche conseguente alla pandemia, questo investimento (6-8 milioni di euro) è un segnale di ripresa, di fiducia verso il futuro e di ripartenza delle attività produttive in una zona già particolarmente segnata, ormai da anni, da una profonda crisi economica e occupazionale», aggiungono dalla Cumdi.

La C.U.M.D.I. di Niesi Giuseppe (acronimo di Costruzione Utensili Metallo Duro Integrale) è stata costituita nel settembre del 1979 per la produzione di microutensili per il settore elettronico. Nel 1984 la Società ha variato la propria ragione sociale diventando CUMDI S.r.l. e cambiando la propria attività, introducendo nel mercato dell’utensileria un nuovo soggetto produttivo tra il produttore di metallo duro e l’utensiliere: il rettificatore.

L’immobile acquistato da Cumdi è stato costruito nel 1959 e adibito a comparto produttivo tessile ed è stato poi chiuso nel dicembre 2004 (nella foto d’apertura e qui sotto).

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IL PROGETTO
Il programma si svilupperà in diverse fasi. Sono già stati identificati i professionisti che dovranno occuparsi delle opere primarie per la ristrutturazione e l’agibilità dell’immobile. Dopo la realizzazione delle prime opere, volte alla conservazione e al recupero funzionale dell’immobile, si procederà con le attività riguardanti l’utilizzo degli spazi.
Uno dei progetti riguarderà tra l’altro la realizzazione di uno spazio da adibire a Centro Studi, sulla attività produttiva della Torcitura di Rancio, dove raccogliere tutta la documentazione aziendale ancora presente all’interno dell’immobile e che sia fruibile da chiunque voglia approfondire la storia industriale della Valcuvia e del nord della provincia di Varese.

LE RICADUTE OCCUPAZIONALI E SOCIALI
L’operazione prevede la creazione di nuovi posti di lavoro soprattutto per quanto riguarda tre comparti: l’area tecnica con ingegneri, progettisti, disegnatori, programmatori PLC/CNC, l’area officina – montatori meccanici, tecnici collaudatori, operai specializzati e l’area Uffici con personale amministrativo/commerciale.
«La riqualificazione di un’area importante come questa, mantenendo e recuperando l’architettura originale, restituirà decoro al territorio e all’intera comunità, oltreché creare nuova occupazione per tutto il territorio della Valcuvia che attualmente soffre per la mancanza di opportunità di lavoro soprattutto per i giovani. Sarà inoltre un segno di rinascita e ripartenza dopo il periodo di pandemia, che ha avuto un pesante impatto sociale, per un territorio che da molti anni sta inoltre vivendo la chiusura di moltissime attività, anche storiche, e che ha perso negli anni professionalità nate e formatesi in questo territorio di confine», dicono dall’azienda.

Circa i tempi dell’operazione, molto dipenderà dai percorsi imposti dalle diverse azioni per attivare e completare la ristrutturazione, «anche se è verosimile», concludono dalla Cumdi, «che i primi insediamenti lavorativi potranno essere attivi per l’estate 2022»

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 11 Settembre 2021
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