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Tari alle stelle, i commercianti non la pagano

I commercianti ispresi hanno concordato di non pagare alla scadenza la Tassa Rifiuti 2018, con lo scopo di richiedere verifiche ad personam su quanto effettivamente conferito

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Commercianti sul piede di guerra contro «i rincari sproporzionati dell’imposta sui rifiuti». Il Comitato commercianti ispresi si è riunito ieri sera, martedì 29 maggio presso l’hotel Europa, per discutere sulla tariffa della Tari 2018, deliberata dal Comune di Ispra e recapitata in questi giorni a tutte le attività produttive e commerciali del Comune lacuale.

Nodo della questione è l’aumento spropositato dell’importo contenuto nelle cartelle pervenute agli imprenditori dovuto, a quanto pare, al cambiamento di modalità di calcolo della tariffa basata ora sulla modalità di raccolta dei rifiuti con sacchi dotati di microchip identificativi per ogni utenza.

Nel contesto generale il Comune informa che dal 2015 al 2017, la raccolta differenziata è aumentata dal 70,60% all’86,64%, pertanto ci si chiede come possa aumentare la tariffa di un servizio che ora si dichiara più efficiente, quando in realtà l’importo dovrebbe essere inferiore agli anni precedenti.

Così pare che non sia stato, in quanto la maggior parte dei negozianti hanno lamentato cartelle Tari con tariffe esagerate se poste in relazione all’effettiva produzione di rifiuti del punto vendita e del relativo smaltimento differenziato, come richiesto dal Comune.

Pronta e immediata la reazione dei commercianti ispresi che, all’unanimità dei presenti, hanno concordato di non pagare alla scadenza la Tassa Rifiuti 2018, con lo scopo di richiedere verifiche ad personam su quanto effettivamente conferito e sull’aumento della percentuale attribuita alle utenze non domestiche, cioè il rapporto di suddivisione dei costi dei rifiuti, passato dal 22,12% del 2017 al 37,90% per l’anno in corso.

Il gesto è mirato a ottenere un confronto con il Comune e dei calcoli non generalizzati. «Molti commercianti si sono trovati a fare i conti con bollette sensibilmente più care – spiega Paolo Dettoni, funzionario di Confcommercio Ascom che si sta seguendo la vicenda – e abbiamo registrato un forte malcontento da parte di chi si è trovato in questa situazione. Vorrei precisare che la scelta di non pagare la quota di tassa alla scadenza, non è stata presa a cuor leggero ma è un gesto approvato da tutti i commercianti che hanno partecipato all’assemblea come segnale per l’amministrazione e come richiesta di intervento per trovare soluzioni per alleggerire questo carico fiscale».

Confcommercio Ascom Varese, insieme agli operatori commerciali del territorio isprese, sottolinea la forte preoccupazione della categoria che dopo l’evidente volontà da parte dell’Amministrazione Comunale di proseguire l’iter amministrativo relativo alla riqualificazione dell’area industriale dismessa “Ex Camiceria Leva”, si è sentita ulteriormente penalizzata con richieste di natura economica, in alcuni casi, insostenibili.

Pubblicato il 30 Maggio 2018
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