Tito Olivato, l’uomo senza social che ha convinto 9 mila persone a mobilitarsi per un rudere
La storia del professor Tito Olivato che in tre anni e praticamente senza l'uso di nessun social network ha permesso alla storica Cascina dei Poveri di riavere una dignità culturale e, si spera, anche un futuro

Un’antica cascina dimenticata, un comitato spontaneo nato dal basso e una comunità che si è rimboccata le maniche per salvare un pezzo di storia: è questa la trama del nuovo episodio del podcast “Chi l’avrebbe mai detto?” di Radio Materia, condotto da Orlando Mastrillo, che ha ospitato Tito Olivato, professore e animatore culturale di Busto Arsizio.
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Una storia di impegno civile
Nel cuore della puntata, la storia della Cascina dei Poveri, un edificio storico di Busto Arsizio con oltre cinque secoli di storia, che versava in stato di abbandono. Tito Olivato ha raccontato come tutto sia cominciato con un comitato spontaneo formato da cittadini, poi trasformatosi nell’associazione Riabitare, nata per salvare e valorizzare non solo la cascina, ma anche l’adiacente Oratorio di San Bernardino: «È un luogo che ha un valore identitario per la città – ha spiegato Olivato – e abbiamo sentito il dovere di agire, coinvolgendo il quartiere e chiunque volesse dare una mano».
Una mobilitazione dal basso senza social
Senza fare ricorso a campagne social o grandi sponsor, l’associazione è riuscita a raccogliere oltre 9 mila firme nell’ambito dell’iniziativa “I Luoghi del Cuore” promossa dal FAI, ottenendo visibilità a livello nazionale, compresi servizi della RAI. «La partecipazione è nata porta a porta, durante le feste di quartiere, con banchetti e incontri pubblici – ha aggiunto Olivato –. Abbiamo preferito il contatto diretto alla comunicazione digitale».
Un nuovo centro per il quartiere
Il lavoro di recupero non si è fermato all’aspetto architettonico. Riabitare ha promosso un’intensa attività culturale, tra festival musicali, concorsi artistici, mostre e laboratori. La Cascina dei Poveri è tornata a vivere, diventando un luogo di incontro e socialità per il quartiere e per tutta la città. Ora si attende un segnale da parte delle istituzioni, che sia il Comune di Busto Arsizio o la Regione che proprio lì vicino realizzerà il nuovo ospedale di Busto Arsizio e Gallarate, per un recupero funzionale dell’area.
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