Alexander Langer: un’eredità luminosa che con Raveggi parla al presente
Il 18 settembre a Materia presentazione del libro Continuate in ciò che è giusto con l'autore Alessandro Raveggi. Una voce, una sfida ancora aperta: la figura di Langer torna a interrogarci sul senso della politica, della militanza e della convivenza

Nel trentennale della scomparsa di Alexander Langer, figura luminosa del pensiero ecologista e della politica del dialogo, Materia si prepara ad accogliere un incontro. Il 18 settembre verrà presentato il libro Continuate in ciò che è giusto di Alessandro Raveggi, edito da Bompiani. Un’opera che si inserisce con forza e originalità nel solco già tracciato da “In viaggio con Alex” di Fabio Levi, ma che si distingue per il suo taglio personale, quasi intimo.
Un “uomo in fuga” che parlava al futuro
Raveggi non costruisce un santino. Il suo Langer è vivo, contraddittorio, vulnerabile. Un uomo “in fuga” – ma non nel senso banale dell’evasione – piuttosto un uomo che cambiava direzione con coraggio, convertendosi a nuove visioni pur di non restare prigioniero di una verità unica. Raveggi ne raccoglie la voce senza cercare di imitarla, ponendoci davanti non la domanda “cosa direbbe oggi Alex”, bensì: “cosa ci dice oggi Alex di noi?”
Questa inversione di prospettiva rende il libro uno specchio – a tratti implacabile – del nostro tempo. Un tempo in cui, secondo l’autore, viviamo in un “mondo langeriano”, dove la crisi ambientale, le guerre e le identità ferite ci obbligano a cercare nuove vie di convivenza.
Toscana, laboratorio di idee e spirito
Un aspetto particolarmente toccante del libro è il legame tra Langer e la Toscana. Firenze, con le sue chiusure e le sue aperture, fu per Langer non solo una città, ma un laboratorio spirituale e politico. Qui avvennero incontri decisivi – con Padre Balducci, con La Pira, con l’esperienza radicale dell’Isolotto, con Barbiana e don Milani – che plasmarono un pensiero cristiano non conforme, antagonista. Una militanza che seppe attraversare Lotta Continua, il movimento verde, senza mai perdere il senso profondo del suo agire: lottare contro l’infelicità.
La politica come vita, non come mestiere
Per Langer, la politica non era mai separabile dalla vita. Era corpo, parola, incontro. Era movimento. Ed è proprio questa dimensione che Raveggi riporta in primo piano, opponendola alla disillusione di oggi, dove spesso la partecipazione si riduce a consumo d’opinione. Ma “un seme è rimasto”, scrive l’autore: lo si vede nei giovani che si definiscono ecologisti senza sapere chi fosse Langer. Una speranza silenziosa, che va oltre le etichette.
Uno dei concetti chiave del libro è la “traduzione” come metafora della vita di Langer. Traduttore simultaneo nella forma e nell’anima, Langer viveva nell’interstizio tra le lingue, tra le culture, tra le identità. Raveggi lo racconta come un costruttore di ponti – spesso “clandestini”, come quelli tessuti nei Balcani durante il conflitto bosniaco. La sua nonviolenza, concreta e operosa, si esprimeva nel gesto minimo: ristabilire una linea telefonica, ascoltare il nemico, restare umano.
In un’epoca che tende a cristallizzare le grandi figure del passato in nomi di strade e targhe, Raveggi rifiuta la monumentalizzazione di Langer. Non perché non lo meriti, ma perché il rischio è di farne un’icona silenziosa, quando invece ciò che servirebbe è ascoltarne la voce viva, inquieta, fallibile. Un Langer “vero”, che non smette di interrogarci.
L’EVENTO
Giovedì 18 – ore 21:00
Continuate in ciò che è giusto – La storia di Alex Langer
A trent’anni dalla sua morte, Alessandro Raveggi racconta Alexander Langer, profeta visionario e fragile, che ha lottato per la pace, l’ecologia e il dialogo tra culture. Europeista, fondatore dei Verdi, Langer ha creduto in un’umanità capace di abbattere muri e costruire ponti. Le pagine di Raveggi ne ripercorrono la complessità, tra ideali e disincanti.
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