La Gran Via del Devero: il cammino che in molti già amano ma che nessuno vuole
Tracciato da tre privati senza fondi né aiuti pubblici, il percorso attorno al Monte Cistella conquista gli escursionisti ma resta ignorato dalle istituzioni locali. Un paradosso tutto ossolano

Un consulente finanziario-scrittore di romanzi sui lupi, un’impiegata esperta di cartografia e una grafica-artista ossolana. Matteo Rubino, Veronica Torchia e Martina Forni non sono guide alpine né imprenditori turistici, ma sono riusciti a ideare, tracciare, descrivere e promuovere la Gran via del Devero, un anello escursionistico che abbraccia il Monte Cistella e attraversa alcuni tra i paesaggi più autentici e selvaggi della Val d’Ossola. La guida della Gran via del Devero è stata presentata allo spazio libero di Materia a Castronno dai tre autori e dal giornalista di Varesenews Alessandro Guglielmi.
TRACCIARE UN ITINERARIO PER TUTTI
Il progetto nasce nel 2023 con un obiettivo chiaro: unire sentieri esistenti in un itinerario coerente, percorribile in autonomia, gratuito, accessibile in treno e con pernottamenti possibili a ogni tappa. Ma soprattutto, creare un cammino pensato per i camminatori, non per la mountain bike o per esigenze commerciali.
La gran via del Devero non è un percorso inventato, ma una mappa vivente di sentieri preesistenti: dal borgo di valle Antigorio a Cravegna, fino all’Alpe Devero, passando per la misteriosa “via degli squetar” – erroneamente tradotta “degli scoiattoli” per un fraintendimento linguistico – un tempo percorsa da donne che portavano viveri ai cantieri delle dighe ossolane. La parola squetar infatti sta per sguatteri.
In quota, le tappe proseguono verso Valtendra, Alpe Vèglia e Varzo, alternando boschi, altipiani e traversate mozzafiato come la celebre Devero-Veglia, fino a Crevoladossola e al ritorno a Domodossola.
Un percorso di 87 chilometri e oltre 10.000 metri di dislivello, suddivisibile in 5 o 6 tappe, con tracciati GPS gratuiti, cartografia dettagliata e una guida autoprodotta che descrive ogni curva con la precisione di un roadbook da rally. Un’opera scritta e aggiornata da Rubino e Torchia, illustrata e impaginata da Forni, e disponibile sia in italiano che in inglese grazie a traduzioni volontarie donate da professionisti appassionati.
NESSUN FINANZIAMENTO SOLO PASSIONE
Il progetto è interamente autofinanziato: gli adesivi direzionali (biodegradabili, ecologici e non invasivi), il logo registrato, la stampa della guida (pubblicata tramite Amazon per garantirne l’aggiornamento in tempo reale), persino la creazione del sito web sono stati realizzati a spese degli autori o grazie a donazioni spontanee di tempo e competenze da parte di altri appassionati.
Ma la risposta delle istituzioni locali è stata tiepida, se non assente. Nonostante i patrocini ottenuti da enti come la Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, il CAI di Gallarate e le guide escursionistiche del Piemonte, nessuno dei comuni toccati dal cammino ha voluto ufficialmente adottare il progetto, né contribuire alla sua manutenzione. «Forse perché sono lo scrittore dei lupi, e questo in montagna non aiuta», scherza amaramente Rubino.
I NUMERI DELLA GUIDA
Eppure, i numeri parlano da soli: la guida, pubblicata nel settembre 2023, ha già superato le 5000 copie vendute nel 2025. «Abbiamo stimato che lo scorso anno il cammino ha generato almeno, fra strutture ricettive e ristorazione», spiega l’autore. E senza chiedere un euro in cambio: né ai comuni, né ai lettori, che possono scaricare gratuitamente le tracce, segnalare aggiornamenti, raccogliere timbri nelle credenziali e persino ricevere spille e gadget, rigorosamente autoprodotti.
UNA GUIDA A PROVA DI INESPERTO
«La nostra guida è a prova di inesperto», sottolineano gli autori. Non solo tracce e mappe, ma istruzioni passo-passo, descrizioni del meteo, delle fonti d’acqua e dei pericoli, come la frana che ha colpito la zona di Crevoladossola, per la quale è stata tracciata una deviazione in pochi giorni . «Abbiamo voluto che fosse uno strumento condiviso, aperto ai suggerimenti di tutti, in continuo aggiornamento».
Il cammino è pensato per chi ha gamba e fiato, ma non presenta difficoltà tecniche. «Non ci sono tratti alpinistici, solo qualche tratto con catene, percorribili anche da bambini», spiegano. Le tappe sono modulabili e i pernottamenti variano dalla tenda al bed and breakfast, fino all’hotel. È già prevista la raccolta timbri e, su pressione degli escursionisti, è stata creata anche la spilletta ufficiale.
L’ANOMALIA OSSOLANA
Un progetto di comunità, offerto gratuitamente alle comunità, che però non riesce a trovare accoglienza. «Siamo partiti da privati perché volevamo fare in fretta. Se avessimo aspettato i tempi delle amministrazioni, oggi il cammino non esisterebbe», spiegano i tre autori. Eppure la mancanza di una forma associativa è ora un limite, anche per ottenere patrocini più importanti. «Stiamo valutando di costituirci in associazione – spiegano i tre autori – ma speriamo ancora che qualcun altro voglia prendersene cura».
Nel frattempo, i miracoli continuano: come le due escursioniste che dalla Val di Fassa sono partite pochi giorni dopo l’uscita della guida, o gli scout napoletani che hanno completato l’anello con entusiasmo e fatica. «Alla fine – conclude Rubino – non è importante che il cammino sia nostro. È importante che sia di tutti. Che qualcuno lo percorra, che se ne innamori, e che torni in Ossola, ancora e ancora».
La Gran Via del Devero è disponibile su Amazon, in libreria su ordinazione e online con tracce GPS e contenuti aggiornati sul sito ufficiale
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