Il fascino di Perdersi in Rete
Per festeggiare in anticipo i dieci anni di Una cosa al giorno, Rocco Rossito, ideatore e autore di quella proposta, ha pubblicato un libro. "Perdersi in rete. Guida pratica per persone curiose
Poco meno di dieci anni fa, la mia collega Roberta mi suggerì di dare un occhio a un nuovo progetto. Si trattava, si tratta di una newsletter, ma a differenza di tante altre aveva un obiettivo semplice. Segnalare Una cosa al giorno, un link e poche parole ad indicare dove saresti approdato.
Per festeggiare in anticipo quella data Rocco Rossito, ideatore e autore di quella proposta, ha pubblicato un libro. “Perdersi in rete. Guida pratica per persone curiose nasce dall’attività svolta in questi anni con la newsletter Una cosa al giorno e con la voglia di celebrarne i dieci anni di vita. Nata nel marzo del 2014, segnala qualcosa da scoprire, esplorare, leggere, vedere, ascoltare. Qualcosa anche fine a se stessa, volutamente inutile, talvolta profonda, ogni tanto leggerissima.
Il filo rosso che unisce tutti questi anni di attività di Una cosa al giorno è l’attitudine a voler condividere il piacere della scoperta casuale: un aspetto fondamentale sono stati i suggerimenti della comunità di persone che – da iscritte – hanno segnalato (e continuano a farlo) “una cosa” trovata in rete da ricondividere con gli altri iscritti. Per il piacere di farlo e di far circolare qualcosa che si ritiene ‘utile’ (dove l’utilità è un concetto molto ampio, non didascalico)”.
Per aprire il suo lavoro Rossitto prende a prestito una frase di Walter Bonatti . “Se l’uomo perde la dimensione ulissiana, è tutto finito”. Scelta non casuale visto che lo scalatore a un certo punto della vita decise di virare verso l’esplorazione del pianeta coltivando la curiosità e la capacità di continuare a stupirsi.
Un progetto semplice, ma molto partecipato e Mafe de Baggis introduce il libro. “La rete, come racconto da anni, non è più una ragnatela: si è sciolta. É una cascata, un fiume, un lago, un mare. Può essere vorticosa, energizzante, stagnante, limpida, torbida, inquinata, profonda e paludosa. Tutto, ma non ferma. Possiamo lasciarci trascinare, volendo. Possiamo rallentare, sospendere il giudizio ed esplorarla, esattamente come faremmo con una terra che ancora non conosciamo. Con un’acqua che ancora non conosciamo. Bevimi, cè scritto sulla bottiglia che trova Alice dopo essere caduta nella tana del Bianconiglio”.
E sul vagabandare dentro la Rete interviene Simone Sbarbati che con Rocco si incontra, perde e ritrova. “È solo vagando senza meta che possiamo sperare di (letteralmente) evadere, e di imbatterci casualmente in qualcosa di altro da noi, in grado di generare attrito, di sprigionare calore, e dunque energia. Vagare, quindi, online come offline, è non soltanto un atto liberatorio, ma anche politico: serve a prendersi cura della libertà di andare, fare, pensare. E non si può che essere grati verso chi, andando a caccia di link e condividendo il proprio “carniere”, dissemina i nostri percorsi di potenziali vie d’uscita, di varchi, di soglie verso i marginalia della vita digitale. Seguitelo, seguite i suoi link… e finirete per ritrovarvi esattamente laddove non avevate ancora idea di voler arrivare”.
Riportare un elenco di siti qui non ha molto senso. Ce n’è davvero per tutti i gusti, dai più seri e sofisticati, ai più curiosi. Dai più utili ai più leggeri. La guida è cartacea e può essere acquistata tramite l’autore, ma la trovate anche in versione pdf gratuita e potete scaricarla da qui. Seguitelo Rocco e non vi pentirete.
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