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“Per la libertà persi mio padre e i miei zii”: Adelmo Cervi emoziona Varese con la storia di lotta della sua famiglia

Adelmo Cervi, figlio di Aldo, uno dei sette Fratelli Cervi fucilati dai nazi-fascisti è stato ospite a Varese in una serata dedicata alla storia della sua famiglia. Che "Non era composta da eroi, ma da uomini che scelsero di lottare per un ideale"

«Che poi questo “mito” che c’è intorno alla mia famiglia, in realtà non mi va tanto giù: perché io persi mio padre, i miei zii e la mia famiglia soffrì di questa tragedia. Avrei preferito non essere orfano di papà Aldo e averlo al mio fianco crescendo, anche se so che sacrificarono la vita per la libertà e la democrazia: per questo che giro l’Italia raccontando di loro”: Adelmo Cervi si presenta così, al pubblico di Varese, come un uomo la cui vita fu travolta dall’uccisione di quei membri della sua famiglia, i sette fratelli Cervi.

La serata al Cinema Teatro Nuovo di lunedì 22 aprile ha alla regia Anpi, Cgil, Arci e Filmstudio 90: le persone arrivano e sostano al botteghino, pronte a pagare il biglietto, ma si sentono rispondere che «No, l’ingresso è libero». Si tratta di un regalo fatto dagli organizzatori alla città di Varese in vista della prossima Festa della Liberazione: i varesini rispondono con interesse, anche se in sala ci sono prevalentemente capelli grigi.

A margine della serata, invitato a riflettere proprio sulla scarsità di adolescenti presenti, Adelmo Cervi commenterà che «La colpa è nostra se i giovani non partecipano, non si interessano, significa che non siamo stati capaci noi di coinvolgerli. Hanno bisogno di essere trattati con rispetto, che gli si parli in modo chiaro, proprio come si fa con gli adulti».

Non eroi, ma uomini che hanno fatto una scelta

Dimostra di saperci fare, Adelmo Cervi, con le nuove generazioni: infaticabile, gira l’Italia da nord a sud con voglia di raccontare, ma con l’umiltà di non sbandierare una verità assoluta.
«Io vi parlo della storia di una famiglia, la mia famiglia – ripete, guardando il pubblico e invitandolo ad abbandonare l’idea del mito – Non sono stati eroi, ma persone che in un momento tragico hanno fatto la scelta di sacrificare tutto perché volevano un mondo più giusto. Erano uomini, contadini – ciascuno diverso, ciascuno con il suo carattere e il suo passato – che sapevano di rischiare, ma contro i nazi-fascisti, contro un sistema criminale come quello, sono andati avanti. E’pericoloso parlare di eroismo, perché spesso chiamiamo eroi coloro che hanno compiuto gesti importanti pensando di non saper fare altrettanto, mentre occorre che ciascuno di noi, ogni giorno, faccia un gesto contro le ingiustizie che ancora oggi ci sono nella nostra società».

Adelmo Cervi Varese

Le lotte di oggi per un mondo più giusto

E Adelmo Cervi chiama per nome alcune di queste ingiustizie, come la disparità economica fra milionari e famiglie che non arrivano a fine mese, i diritti negati o la vendita di armi, tema che torna più volte durante la serata. «Invece di investire nella scuola e nella sanità o aiutare il mondo del lavoro, si finanzia ciò che manda a morire la gente. Occorre investire nella pace e in una società più giusta. Chi ha pagato con la vita per ottenere la democrazia non ci ha insegnato a rassegnarci: occorre l’impegno di tutto perché ciò funzioni davvero: abbiamo una Costituzione e dobbiamo far sì che sia realmente messa in pratica».

25 Aprile, la festa di tutti

Adelmo Cervi Varese
Adelmo Cervi con il sindaco Galimberti e Ester De Tomasi di Anpi

Impegno, dunque, e ideali da perseguire e difendere. Il figlio di Aldo Cervi, sul palco con l’immancabile felpa rossa, lo ripete incessantemente, cogliendo anche l’invito della presidente di Anpi provinciale Ester De Tomasi e del sindaco Davide Galimberti (presenti per porgere il benvenuto della Città a questo importante testimone) a partecipare alle celebrazioni del 25 Aprile, a scendere in piazza, per manifestare il proprio dissenso dinanzi a chi vuole mistificare quanto accaduto durante la Resistenza. Una festa che – Cervi lo ricorda – è di tutti, perché partigiani con idee politiche diverse si unirono in quella lotta, in nome di ideali di pace e democrazia».

“I miei sette Padri” 

Adelmo Cervi Varese
Adelmo Cervi e Stefania Filetti di Cgil

Dopo l’esibizione del Coro Rebelde, Adelmo Cervi – accompagnato da Stefania Filetti, segretaria Cgil Varese – introduce il docu-film di Liviana Davì “I miei Sette Padri”, che presenta lo stesso titolo del suo libro.
Il pubblico lo osserva muoversi sul palco come un instancabile oratore, pronto a donare agli altri le pagine meno conosciute di quella storia, che non fu solo di lotta partigiana e diffusione delle idee politiche di Aldo, ma anche del lavoro dei campi e di raccolto, di equilibri familiari e dolore.

Sulle orme dei Fratelli Cervi

Adelmo Cervi Varese

Un religioso silenzio in sala ascolta alcuni stralci dell’opera e osserva il girato, entrando nella vita di un uomo che perse il padre, gli zii, ma che non ha mai smesso di far sentire la loro voce.

Il viaggio che Cervi permette di fare ci fa poggiare i piedi sulle orme che lasciarono i fratelli Cervi con il loro sacrificio: nel film Adelmo inforca la sua bicicletta (con il suo dolce volpino sempre con lui, presente anche nella serata a Varese) e si sposta sulle strade si cui si mosse suo padre. Oppure cammina su quei sentieri di montagna su cui si scrisse il suo destino e quello degli altri Fratelli Cervi.

Adelmo Cervi a Varese
Adelmo Cervi sulla sua bicicletta nel documentario “I miei sette Padri”

Il pubblico – e tutti coloro che vorranno ascoltarlo – è dunque chiamato a camminare con lui, o a seguirlo in bicicletta, lungo la strada di quei valori per i quali il 28 dicembre 1943 quegli uomini persero la vita.
Non eroi, dunque, ma uomini che scelsero da che parte stare: Adelmo Cervi lo ha ricordato a ciascuno.

Pubblicato il 23 Aprile 2024
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