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Dall’Ucraina a Verbania, accolti dove visse il matematico Riemann

Uno dei più grandi matematici della storia, il cui nome è legato all'omonima ipotesi, morì a Biganzolo di Verbania. La casa in cui soggiornò ospiterà una famiglia di profughi

riemann matematico

“Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” si legge nell’epitaffio della lapide di Friedrich Bernhard Riemann, uno dei più grandi matematici di tutti i tempi. L’incisione, tratta dalle sacre scritture è posta su un muro del piccolo cimitero di Biganzolo di Verbania, poco distante da Intra. La casa  dove soggiornò seppur per poco prima della morte, ospiterà una delle famiglie di profughi ucraini accolte in questi giorni a Verbania. Ne ha dato notizia il comune e i volontari della locale Protezione civile sono stati impegnati nella sistemazione dell’edificio messo a disposizione dalla famiglia Maioni.

Il nome di Riemann è celebre – e non solo tra gli studiosi – per l’omonima ipotesi che resta ancora oggi, uno dei problemi irrisolti più famosi della matematica. Riemann è legato al lago Maggiore (ed è oggi ricordato anche per il suo legame con il territorio dell’Insubria dalla Riemann International School of Mathematics che in suo onore ha portato a Varese e sul Verbano alcuni dei più grandi matematici al mondo) per l’ultimo periodo della sua vita. Morì appena prima di compiere 40 anni, nel 1866 a Selasca di Verbania dove arrivò per trovare un clima mite che potesse alleviare il suo stato di salute.

In giovane età, già molto noto per i suoi studi e come professore universitario, Riemann si ammalò di tubercolosi e per questa ragione si recò più volte in Italia, a Pisa e poi sul Verbano. Visse per un certo periodo ad Arizzano con la moglie e poi si spostò a Biganzolo-Selasca dove prese in affitto una abitazione. Di lui si dice che fu molto religioso e che “Il giorno prima della sua morte lavorò sotto un fico, allietato nello spirito dal meraviglioso paesaggio che lo circondava”, come scrisse il suo biografo, il matematico tedesco Richard Dedekind. “I viaggi che Riemann fece in Italia – ricordò Dedekind – nonostante il triste motivo che li causarono, costituirono per lui un momento affascinante: non solo per lo splendore del Paese, della natura, dell’arte, eccetera, che gli procurarono felicità, ma per la grande libertà di cui ha potuto godere, senza le costrizioni degli orari di insegnamento. In aggiunta al benefico effetto del clima, tutto questo contribuì a migliorare notevolmente il suo stato di salute”.

Nonostante la sua fede protestante, fu sepolto al locale cimitero cattolico ma della sua tomba resta oggi solo una lapide che riporta la scritta: «Qui riposa in Dio Georg Friedrich Bernhard Riemann, professore a Gottinga, nato a Breselenz il 17 settembre 1826. Morto a Selasca il 20 luglio 1866. Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio.»

La pagina di VareseNews dedicata alla matematica

A Verbania sistemata casa Riemann, servirà ad accogliere i rifugiati

 

Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it
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Pubblicato il 14 Marzo 2022
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