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Dopo 150 anni gli alpeggi della Val Bianca resteranno vuoti e silenziosi

Dopo la recente tragica morte di Celso Badini altri due allevatori hanno deciso di abbandonare

Cala il sipario su una vasta area dove da oltre centocinquant’anni venivano inalpate mandrie e greggi. Gli alpeggi della Val Bianca (Lavazzero, Incino, Bobbio, La Piana, Casetto Era), nelle Valli Ossolane, resteranno vuoti e silenziosi. I rovi avanzeranno indisturbati e i sentieri spariranno coperti dalle ortiche e dalle erbe d’alta montagna.

La storia degli alpeggi finisce qui. Dopo la recente tragica morte di Celso Badini che portava all’alpe Lasino i suoi asini che tenevano pulito pascolo e sentiero, anche altri due allevatori hanno deciso di abbandonare. “Le nostre pecore, sopravvissute ai molteplici attacchi dei lupi, le affideremo ai pastori transumanti snaturando quell’attività secolare che era una caratteristica delle nostre famiglie”.

Sul versante opposto troviamo la valle Olocchia ed è Enzo Bacchetta che illustra la situazione: “Questa vallata è da anni che ha visto l’abbandono della pastorizia di montagna e anche la transumanza da parte di quei pochi allevatori che salgono ancora sulle nostre montagne. La Valle Olocchia è stretta e incassata fino a Pié di Baranca poi si apre diventando aperta e ariosa con i pascoli alti che finiscono a ridosso dell’imponente Pizzo Tignaga. Anche quassù è arrivata l’irruenza devastante del lupo e anche quassù la montagna è rimasta sola e abbandonata. Gli uomini che la rendevano viva e la curavano si sono arresi”.

Ieri la Valle Olocchia (Bannio Anzino) e oggi la Val Bianca (Calasca Castiglione), la montagna resta senza quel presidio umano che ne garantiva la cura, la salvaguardia, il mantenimento dei sentieri, la regimazione delle acque, la pulizia, una casera aperta, un sentiero percorribile, una fontana curata, un bicchiere di latte fresco, la vita. Ora la natura la renderà totalmente selvaggia come forse non lo è mai stata.

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Pubblicato il 08 Giugno 2020
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