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Quelle misteriose stranezze sulle rive del Lago d’Orta negli Anni Novanta

Articolo-inchiesta de 'La Repubblica' dopo la scoperta che il boss Giuseppe Graviano era stato latitante a Omegna

‘’Inchiesta sul lago più misterioso d’Italia’’.  E’ il titolo del pezzo apparso sull’ultimo numero del settimanale ‘Venerdì’ del quotidiano La Repubblica. Quattro pagine  nelle quali  il giornalista Enrico Deaglio va a fondo con un’inchiesta che ruota tra Omegna, Meina, Borgomanero e il castello di Miasino. Un interessante pezzo di giornalismo d’inchiesta che parte dal  resoconto di alcuni quotidiani del processo al boss Giuseppe Graviano, che durante l’udienza in corso a Reggio Calabria ammette d’essere stato ‘’’latitante a Omegna’’.

Deaglio approfondisce questo particolare con un articolo-inchiesta,  in viaggio in questo triangolo dove spiega ”che insomma, erano tutti lì, in un fazzoletto intorno al lago d’Orta. Graviano, Galasso, Di Maggio un concentrato di misteri mafiosi e finanziari dell’Italia moderna’’ .

Racconta dove Graviano visse, ad inizio Anni Novanta, sul lungolago omegnese; di come grazie ad un amico riuscì ad aprire un conto corrente in una banca locale versando 90 mila euro. Insomma, una intensa vita sociale negli hotel del lago, gite, incontri, il lavoro in una gelateria. ‘’Niente auto blindata, né guardie del corpo – scrive Deaglio – né la paura d’essere riconosciuto. E a dire che la sua faccia era nei commissariati e il suo accento palermitano era piuttosto stridente in un luogo in cui si parla con una greve cadenza piemontese-lombarda’’.

Poi cita le ‘’stranezze maggiori’’ di questa storia a cavallo del Cusio.  L’arresto nel 1993 a Borgomanero di Balduccio di Maggio, l’ex autista di Salvatore Riina. Parla di Pasquale Galasso, dirigente della Nuova Famiglia associata a Cosa Nostra che, arrestato nel 1992, si pentì subito e venne messo ai domiciliari. Dove? In una sua proprietà: un favoloso castello di fronte all’Isola di San Giulio. Insomma, come scrive Deaglio, tutti lì, in un fazzoletto di terra.

Pezzo che si chiude con il ringraziamento di Deaglio a tre giornalisti locali che lo hanno accompagnato in questa ricerca. E che anche noi citiamo: Pietro Benacchio (giornalista de La Stampa), Vincenzo Amato (collaboratore del quotidiano torinese) e Roberto Bioglio (Eco Risveglio) .

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Pubblicato il 25 Marzo 2020
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