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Professionisti del “risanamento” svuotano azienda del Verbano: sei misure cautelari, indagini anche a Varese

Scattano le manette all'alba per quattro persone. La Finanza smantella un sistema di finta consulenza che ha portato al saccheggio di una società del Vco: beni e macchinari trasferiti e venduti all’estero, flussi finanziari deviati verso conti esteri

Generico 01 Dec 2025

Questa mattina i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza del Verbano-Cusio-Ossola, sotto la direzione della Procura di Verbania e con il supporto della Sezione di polizia giudiziaria della Polizia di Stato, hanno eseguito quattro misure cautelari in carcere, una agli arresti domiciliari e una di obbligo di dimora per reati di bancarotta fraudolenta.

Le indagini, sviluppate anche nelle province di Milano, Brescia, Varese e Como, hanno svelato un sistema raffinato di frode: gli indagati si presentavano come professionisti del risanamento aziendale, pubblicizzando online servizi di consulenza legale per salvare imprese in difficoltà. In realtà, secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza, miravano a spogliare la società verbana di ogni bene: merci, macchinari, strumenti e liquidità.

Dopo la cessione dell’azienda nel 2023, nuovi amministratori – “di diritto e di fatto” – hanno generato uscite finanziarie per 100mila euro tramite fatture per operazioni inesistenti e provocato mancati incassi per altri 120mila euro. L’azione più grave è però lo svuotamento completo dello stabilimento di Verbania: le merci e i macchinari sono stati trasferiti e nascosti in capannoni tra Milano, Brescia e Como, e parte del materiale rivenduto in Repubblica Ceca. I proventi sono poi confluiti su conti bancari esteri riconducibili agli indagati.

Fondamentale il contributo degli specialisti C.F.D.A. della Guardia di Finanza, che con attività di computer forensics e appostamenti hanno individuato i luoghi di stoccaggio, ricostruito i flussi finanziari e identificato i responsabili. Le perquisizioni ordinate dalla Procura hanno portato al sequestro di 30mila prodotti casalinghi e di numerosi beni strumentali per un valore complessivo di 2,3 milioni di euro.

Tra gli indagati figura anche un avvocato – non destinatario di misure restrittive – con studi in Piemonte e Lombardia, che avrebbe avuto un ruolo attivo nel passaggio di proprietà della società, contribuendo al disegno distrattivo.

La situazione di grave insolvenza, segnalata dai finanzieri al Pubblico Ministero, aveva già portato, nel novembre 2024, alla liquidazione giudiziale della società da parte del Tribunale di Verbania.

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Pubblicato il 05 Dicembre 2025

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