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Nasce War Children Hospital: “Quando gli adulti perdono il senso della ragione pagano i bambini “

I chirurghi Massimo Del Bene e Paul Ley lanciano una fondazione che ha come obiettivo quello di portare negli ospedali italiani i bambini vittime delle guerre che imperversano per il mondo dall'Ucraina al Congo passando per Gaza

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Due medici con una lunga esperienza in missioni umanitarie hanno deciso di dare vita a una nuova realtà dedicata ai più piccoli colpiti dai conflitti. La fondazione War Children Hospital, nata nell’aprile scorso, porta la firma del dottor Massimo Del Bene, chirurgo plastico, e del dottor Paul Ley, chirurgo ortopedico ed esperto internazionale.

L’inizio di un progetto comune

I due professionisti si sono conosciuti al San Gerardo di Monza, durante corsi annuali di formazione sulla microchirurgia e sulle ricostruzioni complesse degli arti (Massimo Del Bene operò Carla Mari di Gorla Minore con un trapianto di mani, uno dei primi interventi al mondo). L’esperienza decisiva che li ha spinti a creare la fondazione è stata una missione della Croce Rossa Internazionale nel Tigray, in Etiopia, dopo la guerra con il governo federale. In quell’occasione operarono giovani con gravi ferite, in condizioni sanitarie precarie, spesso senza nemmeno l’acqua per lavarsi prima di un intervento.

Da lì è nata la convinzione che servisse un organismo snello, capace di muoversi con rapidità e precisione, al di fuori delle grandi strutture internazionali.

Curare in Italia i casi più complessi

Uno degli obiettivi centrali della fondazione è portare in Italia i casi più gravi per offrire cure avanzate, come quelle disponibili al reparto di chirurgia ricostruttiva del San Gerardo diretto dal dottor Del Bene. Un impegno che può fare la differenza tra una frattura complessa e un’amputazione, spesso inevitabile nei contesti di guerra.

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Le esperienze dei fondatori

Del Bene ha alle spalle numerosi interventi su bambini al Cairo colpiti da paralisi ostetriche e su ragazzi torturati nei campi libici. «L’occhio umano deve accompagnare quello del medico: i bambini non hanno colpe delle guerre degli adulti», spiega.

Paul Ley, invece, vanta trent’anni di missioni umanitarie: dall’Uganda degli anni ’90 con i comboniani a Emergency con Gino Strada, fino al Comitato Internazionale della Croce Rossa di Ginevra, con cui lo scorso anno è entrato a Gaza pochi giorni dopo l’inizio del conflitto. «Un chirurgo non deve pensare di salvare il mondo», afferma, «la nostra soddisfazione è sapere che chi abbiamo operato oggi è vivo e cammina».

Una nuova squadra pronta a partire

Accanto ai due fondatori c’è un gruppo di giovani chirurghi formati e disponibili a partire. Le prime missioni ispettive sono già in programma: a fine ottobre in Siria e a novembre in Ucraina, dove sono già arrivate le prime donazioni di materiale pediatrico.

La forza delle immagini

Un ruolo fondamentale nella comunicazione della fondazione è affidato alla fotografia. Paul Ley, da sempre appassionato, porta in mostra i volti dei bambini che ha incontrato e curato. Immagini che non indulgono nel pietismo, ma raccontano la forza della vita anche nei contesti più duri.

Le prime esposizioni sono previste a Legnano (28 settembre – 3 ottobre), Cinisello Balsamo (16 ottobre), alla Camera dei Deputati a Roma (24 novembre – 5 dicembre) e poi ancora a Monza, Como e Varese.

Come sostenere la fondazione

La War Children Hospital si sostiene con donazioni e con il 5×1000. Sul sito ufficiale www.warchildrenhospital.it
sarà presto possibile “adottare una missione”, scegliendo di sostenere direttamente le spese di viaggio e di intervento.

«Viviamo in un mondo dove gli adulti hanno perso il senso della ragione», concludono i due chirurghi. «A pagarne le conseguenze sono i più indifesi: i bambini».

Pubblicato il 27 Settembre 2025
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