Spaccio e sangue: un arresto per la sparatoria di luglio nei boschi di Sesto Calende
I Carabinieri di Gallarate hanno fermato un 30enne: si tratta di un italiano che si fa chiamare Youssef per confondersi tra i pusher. Secondo l'accusa è uno dei due sparatori

Nei primi giorni di luglio due giovani di origine marocchina restarono feriti in una sparatoria tra i boschi di Sesto Calende al confine con Mercallo dove sono attive bande di spacciatori di droga. I due, di 21 e 23 anni, si salvarono perché i pallini (sparati con armi da caccia) che li colpirono non raggiunsero zone vitali.
Per quell’agguato, oggi, c’è un arresto: una indagine condotta dal Nucleo operativo e radiomobile dei Carabinieri della Compagnia di Gallarate ha permesso di individuare e fermare una persona che – secondo l’accusa – è uno degli sparatori di quella sera. Si tratta – e questo è un particolare rilevante – di un italiano che però nell’ambiente si fa chiamare con un nome arabo, Youssef, approfittando di carnagione e corporatura che sembrano quelle di un magrebino.
L’uomo, un trentenne originario della zona di Somma Lombardo, è ora accusato di tentato omicidio e nel primo interrogatorio ha negato ogni addebito. Con lui, quella sera, avrebbe agito una seconda persona di origini marocchine che per il momento non è stato rintracciato dalle forze dell’ordine.
Il movente è quello della rivalità tra le bande di spacciatori che si contendono il mercato anche in quelle zone boschive a ridosso del Ticino. Nei giorni successivi a quel fatto, i sindaci della zona (Betta Giordani di Sesto, Andrea Tessarolo di Mercallo e Daniele Parrino di Vergiate) lanciarono un appello nel tentativo di risolvere una piaga – quello dello spaccio in aree verdi e pubbliche – che è comune in numerose aree della provincia, sempre con le stesse modalità. E talvolta con un carico di violenza, come quella notte a Sesto.
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