“Dal pelo dell’acqua in giù”, il documentario che racconta l’ultimo pescatore del Lago di Varese
Realizzato da Lucas Berardi e Davide Guerra, il cortometraggio si è aggiudicato il primo premio al Caselle Film Festival

Una finestra sul passato, uno sguardo su un mondo che rischia di scomparire per sempre. Dal pelo dell’acqua in giù è il documentario che racconta la vita di Gianfranco Zanetti, tra gli ultimi pescatori che ancora portano avanti questo mestiere antico sul Lago di Varese.
Il cortometraggio girato da Lucas Berardi e Davide Guerra racconta una storia di tempo che passa, di tradizioni che scompaiono e di un rapporto profondo, quasi carnale, tra l’Uomo e la sua terra. Una storia che ha conquistato anche la giuria del Caselle Film Festival, dove Dal pelo dell’acqua in giù è stato premiato come miglior film.
Una storia per raccontare il territorio
L’obiettivo di Lucas e Davide è stato fin da subito quello di raccontare una storia che parlasse del Varesotto, in particolare del Lago di Varese. Grazie al passaparola, i due registi sono riusciti a incontrare Gianfranco Zanetti: il più giovane dei tre pescatori rimasti sul Lago di Varese.
«È stato sorprendente come Gianfranco si sia aperto con noi – racconta Lucas Berardi –. È un uomo abituato alla solitudine, ma ci ha raccontato cose molto personali. Di lui ho apprezzato soprattutto la tenacia: ogni mattina è lì, sul lago, anche se tutto attorno a lui cambia».
L’estetica del cinema per raccontare la realtà
Girato con mezzi essenziali, in appena quattro o cinque sessioni nell’arco di oltre un anno, anche a causa della pandemia, il documentario segue una scelta stilistica forte e precisa: nessun volto intervistato in camera, ma solo voci, pensieri e immagini suggestive. Una scelta che vuole avvicinarsi alla scrittura cinematografica, più che a quella tradizionalmente documentaristica.
«Abbiamo cominciato dall’intervista – spiega Davide Guerra –, l’abbiamo montata e poi siamo andati a svolgere le altre riprese a colpo sicuro. Abbiamo lavorato come su un set cinematografico, anche se tutto era autoprodotto, con un budget praticamente nullo e solo l’aiuto di qualche amico per le riprese col drone».

Un amore antico e controverso
Il documentario riesce a far emergere il rapporto tra il pescatore e il suo lago: un sentimento viscerale e potente, anche se a tratti difficile da comprendere con occhi moderni. «C’è un amore enorme ma controverso – racconta Davide –. Durante alcune scene, come quella del colpo inferto al pesce pescato, ho provato disagio. Eppure Gianfranco ama il suo lago in un modo profondo, antico e sincero, che gli uomini contemporanei fanno fatica a capire».
Premi, festival e nuovi progetti
Dal pelo dell’acqua in giù ha già raccolto numerosi riconoscimenti, in Italia e all’estero: da Hollywood e New York ad Atene e a settembre sarà proiettato al Milano shorts film festival. La vittoria al Caselle Film Festival, però, è stata una vera sorpresa per i due autori, che avevano realizzato il loro progetto puramente per passione. «Abbiamo avuto totale libertà in ogni fase della realizzazione – commenta Davide –. Sono felice che le nostre idee siano state premiate».

Nel frattempo, Lucas e Davide sono già al lavoro su un nuovo documentario in Liguria, dedicato a un uomo che ha deciso di lasciare il suo lavoro in azienda per riscoprire un mestiere antico e diventare falegname.
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