Risse, violenza e atti osceni, le «calde» notti sul lungolago di Laveno Mombello
Botte e denunce, passanti infastiditi e forze di polizia sfidate, e in alcuni casi minacciate. Argomento trattato oggi a Varese al comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica. Il vice sindaco: “Abbiamo chiesto al prefetto un rinforzo di uomini”. La cronistoria degli episodi, frazione di Cerro “esasperata“

È notte fonda e sul lungolago, e a Laveno parte la conta. Anzi, un conto alla rovescia scandito e gridato da voci giovanissime di ragazzi e ragazze, tutti minori, saranno una ventina in maranza style: cappellino, canotta bianca o nera, tracolla griffata, ciabatte con calze o le «Tn». Arrivati allo zero un paio di loro finisce a terra e la gran parte degli altri cominciano una sequela impressionante di calci e pugni, violentissimi uno-due contro i malcapitati che alla fine si rialzano, ne hanno prese così tante a reni, torace e schiena che, nonostante l’età, faticano a stare su, uno in particolare a malapena si regge in piedi.
Tecnicamente una rissa cioè un pestaggio fra persone che si affrontano, per fortuna a mani nude, più per gusto di violenza che per gioco, a cui via via si aggiungono altri partecipanti: un reato secondo la legge. La notte in questione è quella fra venerdì e sabato scorsi, dunque fra il 18 e il 19 luglio. Qualcuno gira un video che arriva agli investigatori in realtà interessati anche ad un altro fatto che vedrebbe coinvolti solo poco più tardi proprio alcuni dei partecipanti a quel pestaggio sul lungolago. Si tratta di un caso di atti osceni in luogo pubblico. Cioè, da quanto apprende varesenews, di una denuncia sporta da alcuni cittadini di origine straniera che hanno presentato una querela contro ignoti per alcuni giovani che avrebbero esposto le parti intime al cospetto di alcuni minori, figli della coppia.
Tutto lavoro che si affastella, per competenza, sulla locale stazione dell’Arma che avrebbe attivato indagini, condizionale d’obbligo per questa fase in cui le bocche sono cucite anche per semplici conferme, come vuole la legge, per non inficiare le indagini. Un fatto che preoccupa, a meno di dieci giorni dall’altro, grave, episodio legato alla resistenza a pubblico ufficiale che ha visto feriti con dieci giorni di prognosi ben tre militari che avevano firmato per l’identificazione un giovane accusato a voce di furto da un turista svizzero anche se l’accusa mossa dei militari al ragazzo riguarda l’atteggiamento tenuto una volta messo in auto: calci ai vetri della Gazzella, mani e testa in faccia ai componenti della pattuglia. Anche in questo caso, come per la rissa di venerdì scorso, c’è un video.
Anche in questo caso c’è chi si lamenta per quanto avviene in una località turistica dove si arriva per un gelato o una cena e non per assistere a scene che minano il senso di sicurezza, tanto da far pensare al turista svizzero convinto di essere stato derubato del suo costume sottratto dalla barca ormeggiata al porto che «l’Italia è il paese più insicuro d’Europa», con la promessa di voler vendere le sue proprietà sul lago e andare altrove e fare vacanza. Una situazione che, a detta degli habitué, risulta assai pesante.
L’ELENCO
Ma, quando si ha a che fare coi temi della sicurezza, valgono i fati, non le percezioni. Dunque la domanda è d’obbligo: si tratta di episodi isolati? Tutt’altro.
Ecco la cronistoria raccolta da fonti ufficiali.
25 giugno – Cerro, spiaggia delle Rianne (pomeriggio)
Quindici ragazzi assemblati sulla riva hanno impedito l’approdo delle imbarcazioni. Il gruppo ha anche insultato e minacciato alcune donne presenti. Uno dei responsabili è stato fermato dai Carabinieri.
30 giugno – Cerro, porto (pomeriggio)
Intervento congiunto di Polizia Locale e Carabinieri per sedare un gruppo di circa 30 ragazzi che disturbavano l’area del porto gettando bottiglie e creando disordini. Alcuni sono stati identificati e segnalati.
5 luglio – Laveno, Piazza Italia (ore 23)
Gravissimo episodio di violenza sotto gli occhi di numerosi passanti e delle telecamere di sorveglianza. Solo per pura fortuna non si è trasformato in una tragedia. Livelli di aggressività molto elevati.
12 luglio – Cerro, molo (sera)
Circa 30 ragazzi si sono radunati sul molo e si sono dileguati all’arrivo delle forze dell’ordine. Una agente è stata aggredita verbalmente, accerchiata e minacciata.
12 luglio – Laveno, porto storico
Nuova segnalazione di assembramenti e comportamenti molesti, in concomitanza con gli episodi di Cerro nella stessa giornata. (In questo contesto è avvenuto l’arresto del giovane, giudicato per direttissima e rimesso in libertà)
17 luglio – Laveno centro (notte)
Un gruppo di ragazzi ha danneggiato l’attività di una barista. La donna ha reagito ed è stata offesa, umiliata e oggetto di gesti osceni: uno dei giovani si è abbassato i pantaloni davanti a lei (e di fronte a minori). Anche altri passanti sono stati insultati.
18 luglio – Laveno, Piazza Italia (ore 23)
Un gruppo di ragazzi provenienti con il treno da Nord è stato intercettato dai Carabinieri sul lungolago. In loro possesso sono state trovate sostanze stupefacenti e un coltello.
DAL PREFETTO
Nella mattinata di mercoledì si è tenuto in prefettura il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica al quale era presente anche il vice sindaco di Laveno Mombello Fabio bardelli che ha presentato la dettagliata cronistoria di fatti per spiegare al prefetto di Varese Salvatore Pasquariello la situazione. «Come di consueto abbiamo trovato una forte sintonia col signor prefetto che ci ha ascoltati, e insieme a lui anche i vertici delle forze dell’ordine che sono sempre presenti. La Stazione carabinieri di Laveno Mombello è particolarmente attiva, ma fa quello che può. Ma per frequenza, numero e intensità di richieste di intervento e di episodi abbiamo chiesto la possibilità di iniziative che aumentino risorse sul territorio», ha spiegato il vice sindaco Fabio Bardelli «Le forze che ci sono risultano efficaci, ma insufficienti», ha concluso il vice sindaco aggiungendo che la situazione che si è venuta a creare a Cerro nell’ultimo periodo abbia «esasperato il residenti». La graziosa località, testimonianza di un passato di pescatori del lago viene solitamente raggiunta a bordo di scooter o addirittura di monopattini che percorrono la provinciale 69 partendo da Laveno centro in direzione Sud per creare pesanti assembramenti nella frazione, in alcuni momenti invasa da vere e proprie bande di adolescenti che non si fermano davanti a nulla.
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