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“Ho visto la macchina muoversi, mi sono lanciata per aprirla e tirare il freno a mano, ma era chiusa“. Parla una testimone dell’incidente di Besozzo

Il racconto di Roberta, la 46enne che ha cercato di fermare l'auto senza conducente che ha travolto e ucciso l'anziana venerdì pomeriggio in centro a Besozzo: "Ho fatto tutto d'istinto. E sono ancora angosciata per non essere riuscita a fare qualcosa"

Generico 26 May 2025

«Ho fatto tutto d’istinto. E sono ancora angosciata per non essere riuscita a fare qualcosa. La macchina non si apriva. È successo tutto con enorme velocità, sarà durato tutto una ventina di secondi, nemmeno».

Una scena surreale e tragica si è consumata nel centro di Besozzo sotto gli occhi di Roberta D., 46 anni, ancora turbata per quanto avvenuto, perché testimone in prima persona dei drammatici momenti che hanno portato alla morte di Paola Abis, travolta da un’auto fuori controllo, priva di guidatore e parcheggiata di fronte alla farmacia del paese.

Sabato sera Roberta è stata sentita dai carabinieri come persona informata sui fatti. E ha raccontato a Varesenews quanto ha visto a Besozzo venerdì poco prima delle 17.

Dove si trovava quando è successo l’incidente?
«Ero andata al Centro Diagnostico Varesino per un appuntamento, venerdì pomeriggio, a Besozzo. Erano esattamente le 16:52, orario stampato sulla prenotazione rilasciatami allo sportello. Quando sono uscita, un’amica mi stava aspettando in un parcheggio nei paraggi. Io avevo lasciato la macchina lì vicino, stavo per salire. Sono uscita sulla via 25 Aprile, mi sono accesa una sigaretta. Ed è che è successo».

Che cosa?
«Ho avvertito una sensazione strana, come quando ti sembra che sia il mondo a muoversi, non tu. Era un movimento impercettibile, ma reale che l’occhio ha percepito. lì ho capito che c’era un’auto che si stava muovendo, molto lentamente ma si stava muovendo».

Ha capito subito che non c’era nessuno alla guida?
«Sì, mi sono avvicinata e ho visto che era vuota. L’auto aveva percorso solo pochi metri, si muoveva a passo d’uomo in retromarcia, ma a motore spento»

Ha provato a fermarla?
«Mi sono avvicinata istintivamente per cercare di aprire lo sportello. Ma mi si è gelato il sangue quando mi sono accorta che la macchina era chiusa. L’auto in quel frangente andava piano e per raggiungerla non ho nemmeno dovuto accelerare il passo. Guardando dentro ho notato che il freno a mano non era tirato. Era tutto surreale: volevo aprire lo sportello, lanciarmi dentro e tirarlo. Ma era impossibile».

Cosa ha fatto a quel punto?
«Mi sono buttata verso le strisce pedonali davanti alla gelateria, e ho cominciato ad avvertire i passanti. Ho gridato: “Non c’è nessuno in macchina!” Ho cercato di attirare l’attenzione di chi era lì».

C’era qualcun altro che si è accorto della situazione?
«Sì, all’altezza dell’Alambicco (un ristorante ndr) c’era Samuele, un ragazzo che conosco. Anche lui ha capito che stava succedendo qualcosa di grave. Quando l’auto ha preso un minimo di velocità e ha invaso la carreggiata, ci siamo accorti che c’era una signora esattamente davanti».

Avete cercato di avvisarla?
«Abbiamo gridato: “Signora si sposti!”. È durato tutto forse 15 secondi, ma a me è sembrata un’eternità. È stato devastante, un senso di impotenza assoluta. Sapevamo che stava per succedere qualcosa di terribile e non potevamo fare nulla».

Cosa ha fatto subito dopo?
«Ero sotto shock. Avevo in mano ancora la sigaretta accesa, tanto per far capire quanto è durato il tutto. L’angoscia era enorme, quella sensazione di non poter porre rimedio, di essere stata spettatrice impotente. Nel frattempo era arrivato un signore che ha cercato di spostare l’anziana dall’auto. Sono stati chiamati i soccorsi».

Ha visto arrivare la proprietaria dell’auto?
«Sì, è arrivata poco dopo. Anche lei era in stato di incredulità totale. All’inizio pensava semplicemente che qualcuno avesse spostato l’auto. Non aveva ancora capito cosa fosse successo».

Come ha vissuto il momento in cui si è resa conto dell’accaduto?
«Mi tremavano le gambe. Ho avvisato subito il vigile, mentre alcune persone si sono avvicinate per soccorrere la signora. È stato un momento di grande confusione e dolore».

Roberta ha poi risposto alla chiamata pubblica della polizia locale che cercava testimoni.
«La figlia della signora, Valentina, mi ha cercata e mi ha ringraziata per aver cercato di fare qualcosa. Mi ha colpito profondamente la sua umanità, la sensibilità che ha avuto nonostante il dolore che stava vivendo. Non smetteva di ringraziarmi. Mi ha lasciato senza parole».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 01 Giugno 2025
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