Nel 2023 il saldo degli occupati in Lombardia è stato in costante diminuzione
È passato dagli 81.763 del primo trimestre ai 45.378 del secondo e ai 4.547 del terzo. Varese migliora rispetto al 2022
Il saldo degli occupati in Lombardia è in costante diminuzione nel corso dell’anno*, passando dagli 81.763 del primo trimestre ai 45.378 del secondo e ai 4.547 del terzo. In particolare nel terzo trimestre il saldo diminuisce sia per la contrazione degli assunti che per la crescita delle cessazioni. Il trend è comunque migliore di quello nazionale, che vede un saldo negativo (-267.010). (nella foto di repertorio un lavoratore del Calzificio Elly di Busto Arsizio)
Nei 12 mesi il saldo degli occupati supera di alcune migliaia quello del trimestre precedente e si attesta a 99.498 unità. È comunque inferiore allo stesso trimestre dei due anni precedenti, quando aveva superato abbondantemente le 100.000 unità.
Nonostante la performance negativa nazionale nell’ultimo trimestre, l’incidenza del dato dei nuovi occupati in Lombardia sul dato nazionale (508.314) nei dodici mesi scende dal 21,2% al 19,6%, dopo che un analogo calo, un po’ più contenuto, si era avuto anche nel secondo trimestre. Come per i due trimestri precedenti il saldo positivo dell’occupazione dipende soprattutto dalle assunzioni a tempo indeterminato, che rappresentano nei dodici mesi il 93,5% del saldo totale, contro il 79,3% dell’analogo dato nazionale.
Come per i periodi precedenti il saldo positivo tra i lavoratori a tempo indeterminato è dovuto alle trasformazioni dei contratti a termine (182.077). Il dato è leggermente inferiore a quello dei due trimestri precedenti, ma rappresenta il valore più alto per il terzo trimestre di tutta la serie storica. Il saldo degli occupati a tempo indeterminato è secondo solo al terzo trimestre del 2019. Il saldo occupazionale dei contratti di apprendistato (5.281), si va stabilizzando, ma a un livello inferiore della metà e più agli anni precedenti la pandemia, quando era arrivato anche a toccare le 14.560 unità nel terzo trimestre del 2018.
Tra le tipologie dei contratti temporanei continuano a rimanere in territorio negativo i saldi dei lavoratori in somministrazione, mentre sono in miglioramento sul trimestre precedente le altre tipologie, tra cui continua a restare su valori molto bassi il saldo dei lavoratori a termine.
Passando ad analizzare il tendenziale delle differenze di genere, di età e di cittadinanza, flette il miglioramento dell’occupazione di donne, giovani e immigrati rispetto all’anno precedente, ma con valori che restano comunque superiori a quelli del 2021
Nel saldo di genere l’incremento dell’occupazione femminile, pur mantenendosi su valori alti rispetto alla serie storica del trimestre, flette rispetto al 2022 del 9,8%, a fronte di una flessione del 15,3% del genere maschile. Nell’analisi dei saldi occupazionali per età, il trend del saldo dei giovani risulta analogo a quello femminile, con una flessione del 10,2% sull’anno precedente, a fronte di una flessione più robusta nel saldo delle età intermedie ed a un miglioramento del saldo negativo dei lavoratori anziani del 6,7%. Sul fronte delle nazionalità, come per il trimestre precedente, il saldo dell’occupazione supera quello degli italiani del 9%, nonostante la lieve flessione rispetto al 2022, da 52.790 a 51.937 unità. Considerando le imprese e i settori, continua nel complesso il miglioramento iniziato dalla primavera del 2021, anche se con valori leggermente inferiori a quelli del 2022.
Nelle classi dimensionali di impresa si inverte la dinamica del trimestre precedente. Prevale il saldo positivo nelle grandi aziende, quelle oltre i 99 dipendenti, pur in flessione dell’8,7% rispetto al 2022. La flessione nelle medie e nelle piccole si alza sopra il 17%. Tra i settori si rilevano due buone performance anche rispetto all’anno precedente. Si sono raggiunte in agricoltura, se calcolate in termini percentuali (337%) e nel commercio, se calcolate in cifra assoluta (+ 5.749). Restano comunque in zona positiva, ma con valori inferiori al 2022, tutti gli altri settori, tranne le attività finanziarie e il settore delle attività varie che presentano invece valori negativi.
Considerando infine i dati della città metropolitana e delle province lombarde abbiamo andamenti occupazionali positivi, ma in flessione rispetto allo stesso trimestre annualizzato dell’anno precedente nella maggioranza dei casi. Milano arretra del 13% rispetto al 2022, ma continua a rappresentare il 54% del saldo occupazionale regionale.
Cremona, Mantova e Varese migliorano rispetto al 2022, mentre nelle altre province i valori del saldo occupazionale mostrano un andamento più debole, in particolare a Mantova e Lecco dove scendono sotto la media della serie storica dal 2015.
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* Poichè i flussi nel mercato del lavoro hanno anche un carattere di ciclicità nel corso dell’anno, il confronto tra periodi annuali ha il vantaggio di depurare i dati dalle variazioni cicliche e quindi di renderli più facilmente interpretabili, soprattutto se rappresentati graficamente.
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