Scontro sulla mozione sulla gestione dei minori a Luino: Sonnessa risponde al consigliere Artoni
La vicesindaca replica alle critiche del capogruppo "Azione Civica per Luino e Frazioni": "Sta cercando di cavalcare una battaglia ideologica e nostalgica della quale francamente non abbiamo bisogno, non in questo momento storico"
«Il consigliere di minoranza Furio Artoni sta cercando di cavalcare una battaglia ideologica e nostalgica della quale francamente non abbiamo bisogno, non in questo momento storico».
Inizia con queste parole la replica della vicesindaca di Luino, Antonella Sonnessa, al capogruppo “Azione Civica per Luino e Frazioni” Furio Artoni che, recentemente, ha duramente criticato la decisione della maggioranza di respingere la sua mozione sulla gestione economica dei minori a Luino.
«Non posso che ribadire quanto detto in Consiglio comunale: la mozione che ha presentato è quantomeno fuori dal tempo. Si fa oggi paladino del problema dell’aggravio delle spese sui Comuni per i minori e le famiglie bisognose, ben venga che se n’è accorto anche lui, dopo che Comunità Montana e Piano di Zona (24 Comuni dell’Alto Verbano già nel 2017) a livello locale e ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) a livello nazionale, lo hanno ribadito nelle sedi più opportune e da anni, guarda caso senza mai citare l’ONMI – continua Sonnessa -. È quindi solo il consigliere di minoranza a dare un peso notevole a questa obsoleta istituzione, che fu un efficacissimo mezzo di propaganda, consolidando e relegando la donna al suo unico ruolo di madre obbediente. Sarebbe bastato eliminare dalle premesse il riferimento all’OMNI elaborando la proposta sulla scorta di riferimenti giuridici recenti (ad es. la DGR n. 7625/2017 sulla “Revisione della misura comunità per minori vittime di abuso, violenza e grave maltrattamento ex DGR5342/17) e la mozione sarebbe passata. Artoni ha invece voluto mantenere il richiamo a una istituzione fortemente ideologizzata, improntata su schemi educativi inaccettabili».
«Chi si è preso a martellate alla Tafazzi? Chi ha avuto un atteggiamento autolesionista? Siamo seri per carità, qui non c’entra destra e sinistra, qui si tratta di onestà intellettuale. Veramente potevamo in questo momento storico aderire a una mozione di tale fattura? Dove elemento pregiudiziale era il riferimento ad un istituto che incentivava la procreazione, mentre dal punto di vista del miglioramento della vita dei bambini abbandonati raggiunse deludenti risultati? Come maggioranza non potevamo aderire a questo rigurgito nostalgico, citato ben tre volte in una mozione di poche righe, senza inquadrare storicamente tutta l’evoluzione che c’è stata nella normativa dal 1925 ad oggi. Il dato di riferimento non era storico per nulla, un vero excursus storico avrebbe dovuto approfondire il contesto storico di riferimento, buttato così a caso era ed è inveritiero, superficiale, anacronistico e, poiché è stato mantenuto, ha svelato il vero intento del promotore della mozione: non la sollecitazione all’aiuto per i Comuni, ma una pura mossa politica» conclude Sonnessa portando all’attenzione il fatto che «le evidenti difficoltà sotto il profilo economico, preoccupano solo nell’ottica di non riuscire a garantire azioni efficaci di protezione e tutela dei minori, in questa direzione si muoverà l’amministrazione Bianchi, come ha già fatto e continuerà a fare nelle opportune sedi».
Tensioni tra maggioranza e minoranza luinese sulla mozione del consigliere Furio Artoni
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