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L’archivio “Vittorio Sereni” di Luino come “bene culturale” con uno sguardo interdisciplinare

Sono diverse le iniziative, locali e nel mondo accademico, a cui l'archivio ha partecipato con l’intervento della curatrice Tiziana Zanetti. Bianchi: "Quello che custodisce Palazzo Verbania è senza ombra di dubbio il nostro diamante culturale"

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Come ogni archivio degno di questo nome, l’archivio “Vittorio Sereni” di Luino promuove e pratica una costante interdisciplinarità di sguardo, quale unica garanzia del riconoscimento e della salvaguardia del patrimonio artistico e culturale.

Un impegno che deriva da un dovere previsto al livello più alto del nostro ordinamento giuridico: l’art. 9 della Costituzione. Un principio fondamentale che riconosce la cultura come un valore in sé e come strumento imprescindibile per la crescita dell’individuo come singolo e come membro di una comunità. Perché questo processo si inneschi è però necessaria la conoscenza dunque lo studio, la ricerca, il confronto. I documenti conservati nell’Archivio solo attraverso l’approfondimento possono continuare a dialogare con il presente, essere ricontestualizzati oggi, in una dinamica in cui l’autore è l’origine, il passato ricostruito dell’opera, mentre il fruitore si pone «quale progetto e postulato per comprendere e riflettere l’appello con cui l’opera si indirizza al collettivo della socialità non meno che al futuro», per usare le parole di Ezio Raimondi.

L’approccio, a fronte della complessità del patrimonio culturale, deve necessariamente essere di natura interdisciplinare: la letteratura, la filologia, la filosofia, la storia, il diritto, sono chiamati a confrontarsi e a dialogare. Sul rapporto diritto-patrimonio culturale molto ci sarebbe da dire vista la necessità ed urgenza di “tutela” di beni unici, insostituibili che rappresentano un insieme di valori e significati fondanti per una comunità. Per questo in particolare il “diritto del patrimonio culturale” rappresenta un territorio di riflessione sempre più importante e sfidante.

Secondo questa prospettiva, l’Archivio ha partecipato, con l’intervento della curatrice Tiziana Zanetti, ad alcune iniziative promosse principalmente dal mondo accademico.

Tra le più recenti si ricorda l’importante convegno di studi alla Scuola Normale Superiore di Pisa «Tempo dieci anni, nemmeno» – ScuolaNormaleSuperiore (sns.it); il convegno dello scorso 29 settembre ospitato a Como, nell’aula magna del chiostro di Sant’Abbondio, Università degli Studi dell’Insubria, promosso dal Dipartimento di Diritto economia e culture sotto la direzione di Marta Cenini, (DiDEC), che ha visto la partecipazione di molti Archivi e professionisti del settore Il futuro nella memoria: archivi, territorio e digitalizzazione nel convegno dell’Università degli studi dell’Insubria (uninsubria.it).

Cruciale la domanda posta da Geo Magri (DiDEC) sulla natura dei documenti d’archivio contemporanei che, nascendo in ambiente digitale, spesso non tengono traccia del processo creativo, dei “ripensamenti”, delle correzioni che invece rappresentano un elemento preziosissimo – si pensi, tra gli altri, al lavoro filologico – per la ricostruzione del “documento” e più in generale dell’opera di un Autore. Un tema molto caro all’Archivio Sereni che conserva le varie stesure di un testo poetico, e non solo ovviamente, che prima di diventare definitivo attraversa numerose e spesso travagliate fasi di elaborazione.

Sempre a Como, nei mesi scorsi, l’Archivio è stato invitato presso il prestigioso “Pontificio Collegio Gallio” per una conferenza dedicata al valore della scrittura e della letteratura come patrimonio culturale nell’ambito dell’importante iniziativa formativa coordinata da Giuseppe Battarino, giurista, scrittore, membro del Comitato scientifico dell’Archivio Sereni e, a ribadirne la “luinesità” alla quale tiene molto, ultimo pretore di Luino.

Da ultimo, l’11 ottobre scorso, Tiziana Zanetti e Giuseppe Battarino sono stati chiamati da Francesca D’Alessandro (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) a tenere una lezione nell’ambito dell’insegnamento di Letteratura italiana dedicato all’indirizzo di Gestione dei Beni culturali. In un’aula gremita, davanti a circa duecento studenti, le loro voci rigorose e appassionate hanno portato una testimonianza etica e giuridica sulla rilevanza collettiva e sociale della cultura e dell’arte: hanno fatto comprendere ai presenti che il concetto di nazione allude a un’identità storica e culturale protesa e aperta verso l’esterno e che questo comporta la giusta ambizione di proiettare nel mondo il patrimonio artistico e culturale italiano.

Non hanno inoltre mancato di rilevare, con puntualità, quanto l’arte e la cultura siano imprescindibili e necessarie per lo sviluppo dell’identità individuale e per la costruzione della comunità, e quanto la Costituzione ne promuova e ne tuteli la libertà di pratica e di insegnamento.

Nello specifico, è stato sottolineato che il compito precipuo di un Archivio letterario non è soltanto quello di conservare con cura le carte e i libri appartenuti a un autore, ma soprattutto quello di favorirne il radicamento nel territorio, attraverso un percorso di interiorizzazione che lo renda vivo oggi e gli consenta di parlare alle generazioni presenti e di essere tramandato. Soltanto così «gli organismi di istruzione arte e cultura» possono diventare «mezzi super-biologici della riproduzione umana», come auspicato da un noto libro sulle città nella storia, che Battarino ha voluto opportunamente citare a conclusione del suo intervento.

L’Archivio, dunque, se analizzato come “bene culturale”, oggetto di una attenzione particolare anche da parte del Legislatore in ragione della sua importanza ma anche fragilità, è «un progetto sempre in divenire» (V. Sereni, Un posto di vacanza) come in divenire è la cultura che il patrimonio “culturale” condensa e conserva.

«Quello che custodisce Palazzo Verbania è senza ombra di dubbio il nostro diamante culturale – afferma Enrico Bianchi, sindaco di Luino -. Gli archivi Sereni come quelli di Chiara meritano una dedizione totale perché sono, come infatti sottolineato dalla loro presenza nei contesti accademici dedicati di alto livello, il valore aggiunto che la nostra Città offre per quanto concerne la letteratura e la ricerca. Tutto questo è possibile anche grazie all’impegno della Dottoressa Tiziana Zanetti, che non solo cura in loco le attività di consultazione degli Archivi per la ricerca scientifica ma porta il loro valore anche in importanti consessi accademici. Questo valore deve brillare ben oltre il luogo fisico della sua conservazione e ben oltre il tempo di chi c’è oggi per le future generazioni».

Pubblicato il 03 Novembre 2023
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