Quantcast

“Libertà e liberazione sono un compito che non finisce mai”: ricordati a Brissago i martiri della Gera

Fucilati quella terribile notte del 7 ottobre 1944. Presenti alla cerimonia anche alcuni studenti del territorio

generica

E’ stato rinnovato anche quest’anno, alla presenza di diverse associazioni, cittadini, alpini e forze dell’ordine, il momento commemorativo in ricordo dei cinque partigiani uccisi dalle camicie nere il 7 ottobre 1944. 

Giampiero AlbertoliLuigi PerazzoliSegio Lozio, Flavio Fornara e Dante Girani. Questi i nomi dei cinque giovani che oggi, nel 79esimo anniversario, sono stati ricordati al cimitero di Brissago Valtravaglia, luogo della fucilazione.

Tra i presenti alla cerimonia – sentitamente organizzata ogni anno dall’Anpi Luino e dal suo presidente Emilio Rossi con il supporto dell’Anpi provinciale – anche i sindaci di  Maccagno con Pino e Veddasca, Porto Valtravaglia e Brissago Valtravaglia, rispettivamente Fabio Passera, Ermes Colombaroli e Maurizio Badiali, la vicesindaca di Luino Antonella Sonnessa, la presidente dell’Anpi provinciale Ester De Tomasi e alcuni studenti delle medie del territorio. 

Ad aprire la cerimonia il primo cittadino di Brissago, Maurizio Badiali: «Quanto successo in questo luogo 79 anni fa, è uno dei tanti innumerevoli episodi di violenza che hanno caratterizzato quell’arco di tempo ricompreso tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, storicamente noto come resistenza, che ha avuto come protagonista la parte migliore degli italiani ed è stata la palestra che ha forgiato politicamente la nuova classe dirigente del paese – ha esordito Maurizio Badiali -. La resistenza, pur nella sua complessità, nella sua grande attività e opera rimane tuttora un fecondo serbatoio di valori morali e civili. La resistenza di oggi è schierarsi in difesa di quei valori, renderli attuali, concreti e fruibili per tutti. Celebrare non basta – ha chiosato ancora il primo cittadino -, coltivare la memoria rischia di trasformarsi, con il tempo, in una vuota liturgia, se non colmata dalla consapevolezza che il sacrificio di questi ragazzi, di cui oggi celebriamo la ricorrenza, sarebbe privo di valore se non servisse da insegnamento, soprattutto per voi giovani – ha detto Badiali, rivolgendosi agli studenti presenti -, perchè oggi come allora c’è bisogno di donne e uomini liberi, che non chinino la testa di fronte a chi, con la violenza, il terrorismo, il fanatismo religioso, l’aggressione e l’invasione di un altro stato, vorrebbe farci tornare ad epoche oscure».

In sintonia con queste parole, Fabio Passera, sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca, si è rivolto direttamente ai giovani presenti: «So che quello che è successo a questi ragazzi può sembrarvi molto lontano, così come il concetto di ‘resistenza’. Ma dovreste sapere che noi italiani continuiamo a lottare ogni giorno. Lo facciamo quando siamo accoglienti, quando ascoltiamo e comprendiamo, quando rinunciamo a qualcosa di nostro affinché tutti possano esprimere le proprie opinioni. Quando ciò non avviene, il fascismo si fa strada, anche se in forme più nascoste e latenti, ma altrettanto pericolose».

«Cinque giovani – ha aggiunto Sonnessa – hanno sacrificato le loro vite, e senza il loro coraggio non sappiamo come sarebbe andata. È nostro dovere continuare a combattere e difendere i valori della nostra democrazia».

«Noi adulti abbiamo fallito –  ha aggiunto Carlo Leoni, noto per organizzare ogni anno, insieme alla Comunità Montana Valli del Verbano, il trasporto gratuito degli studenti di Mesenzana a questa commemorazione -. Ma voi giovani non dovete farlo. Se oggi non siamo perfetti, non è colpa vostra, ma di chi, come noi adulti, non è riuscito a fare diversamente. Quindi, ragazzi, cercate di essere più intelligenti di noi e di imparare dagli errori, in modo che non vengano mai più commessi».

«E ricordate – ha concluso don Don Michele Ravizza – la verità vi farà liberi. Il fascismo c’è ancora oggi sotto la spoglia delle bugie, di ricordi falsi. Ecco allora che è solo la verità e la sua ricerca che vi renderà liberi. Noi su questo abbiamo fallito, ma voi dovete cercarla la verità. Anti fascismo è quello, ricercare la verità. E’ un passaggio importante da fare per crescere e avanzare nella democrazia, per non ripetere errori e orrori e iniziare a costruire non più sulla menzogna ma sulla verità».

Cinque giovani vite spezzate, che non ebbero l’opportunità di vedere l’alba della liberazione, giunta solo sette mesi dopo. È a loro che la presidente dell’Anpi Varese, Ester De Tomasi ha in ultimo dedicato il suo pensiero: «Ringraziamo questi ragazzi che hanno sacrificato il loro bene più prezioso per la libertà di tutti. Hanno sacrificato la loro vita. Ora li voglio pensare lassù insieme a mamma Maria e a Rosetta. Al caldo e avvolgente abbraccio di mamma Maria, si è aggiunto quello della cara Rosetta che li ha da poco raggiunti. Cosa possiamo fare per far si che le loro vite non siano state sacrificate invano? Il nostro impegno antifascista deve essere quotidiano, specialmente in un momento politico e delicato come questo. Il loro progetto della libertà dal nazifascismo deve continuare con noi. Ognuno di noi, nel piccolo mondo in cui vive deve rinnovare la memoria di questi giovani, parlarne, pronunciare il loro nome. Perchè come disse Ugo Foscolo – conclude De Tomasi -, nessuno muore finchè vive nel cuore di chi resta».

di
Pubblicato il 09 Ottobre 2023
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore