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Si chiude il progetto ““Fatti furbo, paga il biglietto!” e gli studenti scrivono una lettera a Trenord

Il progetto è stato portato avanti dall’associazione “I Care” in alcune scuole superiori del territorio e si è concluso con una lettera scritta dagli studenti indirizzata dove chiedono un abbonamento annuale ridotto per studenti

Fatti furbo, paga il biglietto, a scuola di buone pratiche di civiltà

Con la chiusura dell’anno scolastico è terminato anche “Fatti furbo, paga il biglietto! – A scuola di valori: un percorso di legalità attraverso la Costituzione”, il singolare progetto che l’associazione “I Care” di Travedona Monate ha svolto con positivo riscontro in alcune scuole superiori del territorio: il liceo “Sereni” di Laveno (con il coordinamento delle prof Elisabetta Scolozzi e Anna Campoleone), l’IIS “Stein” di Gavirate e l’IS “Falcone” di Gallarate (coordinatrice la prof Antonella Branca).

Qualche centinaia i ragazzi coinvolti nel progetto, che, sotto la guida di Angela Lischetti, Emanuela Cometti e Angelo Fiombo (tutti volontari di I Care), si è concluso con una proposta concreta e di buon senso. In una lettera indirizzata a Trenord e Regione Lombardia si chiede a gran voce un abbonamento annuale ridotto per studenti.

Ecco testualmente la richiesta scritta nella lettera: “Sarebbe davvero fondamentale, come avviene per le linee tramviarie di tante nostre città e come è già in vigore in numerosi Paesi europei, poter usufruire di un abbonamento studenti mensile e annuale under 26 – o almeno under 20 – sensibilmente ridotto rispetto agli abbonamenti correnti, sia perché ciò terrebbe conto delle nostre scarse entrate (fino a 18 anni siamo totalmente a carico dei genitori), sia perché contribuirebbe ad abituare la nostra generazione a muoversi con questo mezzo, che per varie ragioni ci è purtroppo poco familiare. Le famiglie di chi tra noi non paga o paga irregolarmente il biglietto (spesso i genitori consegnano i soldi del biglietto ai figli perché questi lo finalizzino alla spesa convenuta, ma poi rimangono all’oscuro di eventuali altro uso del denaro), data la cifra significativa di un abbonamento annuale, acquisterebbero l’abbonamento tramite bonifico, come già accade per altre spese, impedendo così qualsiasi evasione…”.

Gli studenti hanno anche sottolineato come a volte il servizio di trasporto pubblico ferroviario che utilizzano è carente (soprattutto per quanto riguarda la puntualità dei treni) oppure presenta aspetti che possono essere, e vanno sicuramente, migliorati. In primis la sicurezza e l’igiene delle carrozze, nonostante su questi aspetti il dott. Paolo Garavaglia, direttore Comunicazione esterna di Trenord, durante gli incontri con gli studenti, abbia sottolineato le enormi difficoltà che si incontrano nel far circolare quotidianamente in Lombardia oltre 1500 convogli.

Il progetto dell’associazione “I Care” è nato e si è sviluppato proprio dalla (triste) constatazione che molti studenti utilizzano i mezzi pubblici senza pagare il biglietto (e facendosene spesso motivo di vanto presso i coetanei). L’obiettivo è stato quello di riportare il comportamento dei ragazzi nella legalità e di capovolgere la mentalità (il biglietto va pagato perché altrimenti si prende la multa) nella giusta convinzione che il biglietto si paga perché si usufruisce di un servizio pubblico. E pagandolo si migliora il servizio stesso. Il progetto ha ottenuto il sostegno economico di Fondazione Comunitaria del Varesotto attraverso il bando ”Praticare la legalità per contrastare le mafie”.

Gli studenti che hanno partecipato al progetto con laboratori durante i quali hanno realizzato slogan, poster, grafiche e partecipato alla realizzazione di alcuni video-interviste ripresi e montati da Francesco Ponti e Gaia Majoni. Attraverso l’ascolto di testimonianze e il confronto in classe con esperti, sono arrivati a comprendere che è giusto pagare il biglietto/abbonamento.

Il progetto ha capovolto l’idea (sbagliata) che i ragazzi avevano in testa: cioè che tutto è dovuto gratuitamente e che il biglietto e l’abbonamento non vadano pagati. Spesso questo è il primo passo verso altre forme di illegalità e di microcriminalità che hanno come bersaglio i controllori dei mezzi pubblici e le Forze dell’Ordine. La visione distorta che i ragazzi hanno è sostenuta da una visione errata delle regole della convivenza civile e democratica. Queste regole infatti sono spesso vissute dagli adolescenti come un insieme di norme vuote e opprimenti che minano la libertà individuale. La sfida è stata quella di guidare a comprendere come le regole della convivenza civile non vanno rispettate perché imposte, ma sono il mezzo per vivere tutti meglio.

Pubblicato il 10 Luglio 2023
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