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Dai finanzieri del Locusta agli agenti del Mossad, 130 anni di naufragi e incidenti sul lago Maggiore

Dall'affondamento del battello militare nel 1896, avvolto ancora nel mistero, fino alle due famiglie di turisti scomparse durante una gita in barca, una cronologia degli eventi tragici avvenuti sul Verbano

naufragio

Il naufragio di domenica 23 maggio, in cui sono morte quattro persone, davanti alle coste di Lisanza di Sesto Calende è solo l’ultimo di una lunga serie che ha costellato la storia della navigazione sul lago Maggiore. A partire dalla fine dell’800 sono molti gli avvenimenti funesti che hanno contrassegnato le acque del Verbano e qui ne abbiamo raccolti alcuni andando a spulciare gli archivi dei giornali del passato.

L’affondamento del Locusta

Il più noto naufragio avvenuto sul lago Maggiore risale al 1896 quando la torpediniera costiera di quarta classe” (lunga 19,20 metri, capace di una velocità di 17 nodi e dotata di un cannone a ripetizione “Nordenfeldt” ) affidata alla “finanza” per la vigilanza doganale sul confine con la Svizzera si inabissò con 12 militari a bordo. La “Locusta”, questo il nome dell’imbarcazione, fu sorpresa dall’improvvisa burrasca, dovette mutar rotta ,dirigendosi verso la vicina Punta Cavalla sulla riva lombarda del lago, per cercare riparo alla violenza della tramontana. Il riflettore della torpediniera venne avvistato da Cannobio per l’ultima volta poco dopo la mezzanotte del 9 gennaio 1896. Negli anni ’80 si tentò due volte la ricerca del relitto: prima con il batiscafo dell’esploratore e ingegnere svizzero Jacques Piccard, poi con l’intervento di una unità della marina militare italiana con l’intento di recuperare  il natante per esporlo al museo nazionale di Ostia. Entrambe le immersioni non portarono i risultati sperati a causa del fondale del lago coperto di melma.

La tragedia raccontata dal prevosto di Leggiuno nel 1895

Un anno prima, nel 1895, ci fu un’altra tragedia con nove morti. La racconta Eugenio Besozzi (parroco di Mombello e, successivamente, Prevosto di Leggiuno) il quale trascrisse con minuziosità i principali avvenimenti accorsi durante il suo mandato. “La sera del 22 Giugno 1895 – così scrive il Besozzi – un terribile naufragio su questo Lago Maggiore travolge una barca contenenti 10 persone, delle quali si salvò a stento un giovane di qui … le altre nove miseramente perirono” – si trattava di due ragazze e due uomini di Cerro, due ragazze di Leggiuno e tre di Mombello. Le ragazze lavoravano a Pallanza e, essendo sabato sera, rientravano a casa dal lavoro mentre gli uomini erano di professione barcaioli. “Erano quasi vicino a Cerro quando da un turbine furono portati ancora vicino alla riva di Pallanza dove avvenne la terribile catastrofe che l’eguale non è ricordata da viventi…i nove cadaveri vennero tosto pescati e furono sepolti nel cimitero di Pallanza… una modesta lapide sulle nove tombe ricorda il troppo luttuoso avvenimento”.

La morte del cavalier Bozzacchi

La storia dei naufragi sul lago Maggiore è corposa. Da una rapida ricerca in alcuni archivi troviamo quello che costò la vita ad un commerciante. Il 20 marzo 1906 il corriere racconta della morte del cavalier Bozzacchi “sorpreso da un uragano” davanti a Pallanza. I soccorritori erano ad un passo ma non riuscirono ad afferrarlo e un’onda lo tirò sott’acqua. Si salvò il suo barcaiolo.

Gli anni ’20 e ’30, il lago Maggiore diventa meta turistica e aumentano le tragedie

Le cronache degli anni ’20 e ’30 riportano diversi incidenti con vittime. Il 6 novembre 1923 cinque ragazze poco più che diciottenni annegano nelle acque davanti a Leggiuno. Si salvò solo una sesta, che raccontò al Corriere le fasi del naufragio, e i due barcaioli.

Il 19 agosto 1929 un forte colpo di vento rovesciò una barca davanti all’isola Bella. Nel naufragio perse la vita il tenore Pietro Colombini e due donne. Si salvò un altro studente di musica.

Arriviamo all’agosto del 1930 muoiono due giovani nel ribaltamento della barca sulla quale stavano compiendo una gita domenicale: uno studente romano e un giovane operaio della Saint Gobain. Si salvarono due militari che erano con loro.

Il 5 dicembre del 1935 toccò a Cesare Cueroni e Biagio Cardani, rispettivamente di 26 e 15 anni. Morirono annegati nel lago dopo che la loro barca si era improvvisamente rovesciata. Al cimitero di Lisanza c’è una lapide che li ricorda ma i loro corpi non vennero mai ritrovati.

L’attacco dell’aeronautica inglese al battello Milano

Uno degli avvenimenti più tragici è l’affondamento del battello Milano il 6 settembre 1944, colpito da tre aerei della Raf, durante la guerra. A bordo c’erano guardie repubblichine che avevano preso il comando dell’imbarcazione e civili in fuga dai bombardamenti su Verbania. Molti furono i morti tra coloro che vennero uccisi dalle raffiche sparate dagli aerei da guerra e quelli che morirono annegati. Lo scafo venne ritrovato a maggio del 2008 con una immersione tecnica a 235 metri di profondità da parte di tre sub.

Pochi mesi prima di quell’evento si verificarono due naufragi in sette giorni: uno avvenne il 31 dicembre 1943, in cui morirono un apre missionario e un cittadino milanese, e l’altro il 7 gennaio 1944 in cui persero la vita 6 operai del Varesotto che lavoravano ad Arona.

Tre famiglie in gita inghiottite dal lago Maggiore

L’11 aprile del 1990 la tragedia più grave del dopoguerra. Nove gitanti svizzeri e austriaci (tre erano bambini in tenera età) vennero inghiottiti dal lago durante un’imprudente gita pomeridiana. I nove fecero naufragio nelle acque del lago probabilmente al largo delle isole Borromee dove si erano diretti, guidati da Ernesto Bernasconi che pilotava il motoscafo Riva Junior in legno di 5,80 metri. I gitanti, che componevano due nuclei famigliari, erano partiti per una classica escursione lacustre fino alle isole Borromee. Un giretto facile ma che si è trasformato in tragedia a causa del forte vento che spirava già al momento della partenza e che l’uomo alla guida non valutò con la giusta prudenza.

Un anno prima, il 20 settembre 1989, una famiglia di tre tedeschi in barca si scontrò con l’aliscafo Freccia del Verbano. I loro corpi non sono mai stati ritrovati

L’ultimo incidente nel 2011 e anche in quel caso la vittima era russa

L’ultimo naufragio di cui abbiamo trovato notizia risale al 20 agosto 2011 quando una donna russa, residente a Sesto Calende, morì nello sconto tra un potente motoscafo e una piccola imbarcazione, colata a picco in pochi minuti.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it
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Pubblicato il 31 Maggio 2023
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