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“Mio figlio di 12 anni aggredito a Cocquio Trevisago da tre ragazzi più grandi: non voglio vendetta ma solo giustizia”

Trenta giorni di prognosi per un pugno alla testa e una costola rotta. Parla il padre del ragazzino ferito: “Non è la prima volta che succede, le famiglie controllino quello che fanno i loro figli”

baby gang desio saronnonews

L’appuntamento di controllo, col neurologo, è già fissato: dopo le dimissioni dall’ospedale con una frattura costale, a preoccupare sono i possibili danni neurologici dovuti al forte trauma cranico seguito ad un pugno alla tempia, un punto pericolosissimo.

Prognosi: 30 giorni: «L’hanno massacrato».

Il giorno dopo la notizia dell’aggressione nel parcheggio del centro commerciale di Cocquio Trevisago (immagine di repertorio) di un ragazzino di 12 anni da parte di un gruppo di ragazzi più grandi parla il padre della vittima, di cui omettiamo naturalmente le generalità e il comune di residenza per questioni di riservatezza e di protezione che è dovuta alla vittima, minore. Ma non solo, anche alla luce del fatto che non è la prima volta che il ragazzino viene preso di mira.

«È già successo, ma la volta scorsa a Gavirate, anche in questo caso al centro commerciale». Il fatto ha destato grande allarme sociale in tutta la zona del Medio Verbano dove il problema legato alle baby gang di sbruffoni – che chiamare bulli è forse riduttivo – si fa sentire, e nessuno deve sentirsi escluso, immune, in particolare i soggetti più deboli e indifesi: anziani con la spesa presi di mira con bestemmie urlate nelle orecchie, bambini più piccoli spintonati. Purtroppo, parlando con le forze dell’ordine, emergono episodi che hanno riguardato anche soggetti con disabilità.

Un sottobosco, purtroppo, spesso non denunciato perché al limite, in contesti di piccoli paese, e che gravita attorno ai nuovi tempi dell’aggregazione, centri commerciali che punteggiano le direttrici della linea ferroviaria delle Nord sulla Milano – Laveno; in assenza di monitoraggio, soprattutto da parte delle famiglie, e con le forze dell’ordine ridotte all’osso che costituisce un mix potenzialmente esplosivo, dove la notizia esce quando il fatto diventa grosso e può avere conseguenze irreparabili.

«Gli hanno fatto male, lo hanno colpito con violenza. Ora dovrò tenere mio figlio a casa da scuola almeno fino a quando non si sistemerà la costola: è troppo pericoloso anche solo farlo giocare coi compagni di classe: basta uno spintone anche involontario e rischia di farsi molto male», spiega il padre del ragazzino domenica mattina.

Non è arrabbiato, almeno non più; parla lentamente e in modo pacato, e spiega: «È stato aggredito da tre ragazzi, due che hanno materialmente concorso all’aggressione e un terzo che ha assistito e non ha fatto nulla, non l’ha aiutato.i loro nomi e cognomi sono contenuti in una denuncia sporta ai carabinieri. Vogliamo giustizia, ma prima ancora, da genitori, vogliamo che i ragazzi si rendano conto di quello che hanno combinato. E lancio un appello ai famigliari: cercate di confrontarvi coi vostri figli e di far capire loro la gravità di quanto avvenuto. Questi fatti non devono ripetersi».

Il padre del ragazzino ferito non vuole una vendetta, ma solo giustizia: «Io credo che di fronte a gesti come questi, che avrebbero potuto avere anche conseguenza ancora più serie, sia necessario far capire a questi ragazzi che hanno sbagliato. Non per buttargli croci addosso, ma per far capire loro che devono riflettere profondamente su quanto accaduto, così da potersi riscattare in qualche modo e crescere senza avere in testa la violenza».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 12 Marzo 2023
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