Sgarbo sul Ceresio: Campione d’Italia consegna la barca, ma smontata
Dopo il dissesto del comune svizzero, il tribunale di Como aveva assegnato la motovedetta all'unità di bacino del Ceresio. L'autorità di bacino contesta a Campione d'Italia l'aver arrecato "manomissioni ingiustificate" al mezzo
L’autorità di bacino lacuale del Ceresio, Piano e Ghirla ha inviato al Comune di Campione d’Italia una nota per la mancata consegna della motovedetta sottoposta a sequestro a seguito del dissesto finanziario dell’enclave italiana e assegnata all’ente regionale.
La motovedetta era stata affidata appunto all’ente regionale dal tribunale di Como (corrispondente a un importo pari a 20mila euro). Dopo aver pagato la somma, l’autorità di bacino del Ceresio aveva chiesto la consegna del bene e, nonostante la regolarità della posizione, non solo non l’hanno ricevuta, ma sostiene che sono state arrecate delle «manomissioni ingiustificate». Ora si procederà per vie legali.
«Tutto ciò compromette un importante tassello di vigilanza e di salvaguardia della navigazione da diporto e degli utenti del lago Ceresio in genere – sostiene l’autorità di bacino – a seguito del dissesto del Comune di Campione d’Italia, il Tribunale di Como ha effettuato il pignoramento di un’unità nautica assegnandola all’autorità di bacino del Ceresio e, lo scorso 20 luglio, quest’ultima ha depositato un assegno circolare all’ufficio esecuzioni immobiliari del Tribunale di Como. Nei giorni scorsi, il personale dipendente del concessionario del porto turistico, sembrerebbe su ordine della polizia locale, ha asportato dall’unità nautica dotazioni essenziali di bordo fra cui plotter (GPS nautico), lampeggiante, antenne radio, barella galleggiante per gli infortunati nautici e suono nave. Alcune di esse sono state addirittura asportate tagliando i cavi in tuga e impedendone il successivo rispristino».
«Le asportazioni non potevano in alcun modo essere effettuate in quanto l’unità nautica (inclusa ogni dotazione di bordo fissa e mobile a proprio tempo acquisita e o installata dal Comune di Campione d’Italia) era, in fatto e in diritto, già di proprietà di questa amministrazione che, subentrando al Comune pignorato, provvedeva a saldare l’importo stabilito con decisione del Giudice dell’Esecuzione tenuto conto del valore complessivo del natante periziato nello stato di fatto e di diritto in cui trovasi – spiega il direttore dell’autorità di bacino del Ceresio, Maurizio Tumbiolo – anche a voler diversamente argomentare sul dies a quo relativo al passaggio di proprietà, che legittima l’amministrazione del Ceresio a ritenersi parte lesa ad ogni effetto di legge, risulterebbero parimenti violati gli obblighi di custodia da parte di Campione d’Italia in evidente danno dell’autorità cessionaria del bene».
«A ciò si aggiunge che, indipendentemente dalla titolarità del diritto che ne avrebbe comunque dovuto vietare ogni asportazione, modifica, manomissione o disponibilità, le dotazioni sopra elencate sarebbero state essenziali per l’impiego istituzionale dell’unità di vigilanza e soccorso cui l’autorità è vincolata ai sensi di legge. In ogni modo ogni diversa necessità del Comune – della quale non siamo stati messi a parte né in fase di trattativa, né successivamente – sarebbe stata correttamente valutata durante i necessari lavori di ripristino in un cantiere nautico, a terra, e con le dovute tecniche di intervento».
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