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Non rientra dai debiti di coca e lo vanno a cercare a casa: processo a Varese

Un’indagine della squadra Mobile dopo una denuncia svela un sottobosco di tentate estorsioni nella zona fra il Lago Maggiore e la Valcuvia

Avarie

Una vita di lavoro, ma poi per farcela e non soffocare nei ritmi di una professione faticosa ecco che si affaccia la coca e tutto cambia, e le uscite al bar si trasformano da serate serate con la birretta piccola ai ritrovi per i “tiri” di polvere bianca fatti assieme a quelli che amici non sono.

E poi arriva il passo più lungo della gamba, da dove non riesci più a tornare indietro; quando lo fai, quel passo, poi qualcuno ti viene a cercare e bussa alla porta per chiederti conto.

Su queste basi si celebra a Varese un processo che vede imputate tre persone con l’accusa di estorsione per ipotesi di reato consumate nel 2018, quando un ragazzo all’epoca dei fatti venticinquenne caduto poi nella tossicodipendenza e non rientrato da un debito di 1500 euro rimane invischiato in un brutto giro fatto di persone sbagliate.

Il risultato è stata un’escalation passata da un pugno in faccia in un bar di Leggiuno, continuata con passaggi in auto fuori dal luogo di lavoro è proseguita con le richieste arrivate fin sotto l’uscio di casa: “Adesso paghi”.

I genitori – secondo la ricostruzione emersa in aula dinanzi al Collegio – pagano, in tre tranches, e poi fanno denuncia, il 7 maggio 2018: «Avevamo paura».

Da lì partono le indagini della polizia che mettono sotto controllo le utenze telefoniche degli imputati da cui emerge un sottobosco di piccolo malaffare di paese nei micro centri fra valli e lago con richieste di soldi, a chi era entrato in contatto col giro dei prestiti. Nell’udienza di martedì è stato sentito il ragazzo che ha contratto il debito, un amico (ai tempi fidanzato della sorella), la madre e uno degli agenti della squadra Mobile che ha eseguito le indagini.

L’ultimo teste escusso in aula era una donna finita anch’essa suo malgrado nel giro delle estorsioni e da cui è emerso che gli imputati chiedessero soldi a ogni occasione, anche a fronte di debiti già saldati.

Il processo celebrato oggi, che si aggiorna per la conclusione dell’escussione dei testi a febbraio, è l’ultima costola di una grossa indagine partita anni fa su un cospicuo giro di spaccio di cocaina nella zona del Medio Verbano, con una ventina di persone accusate a vario titolo di piazzare la droga nei paesini fra Valcuvia e Lago Maggiore.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 16 Novembre 2021
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