L’onorevole Niccolò Invidia presenta un’interrogazione al Governo per l’ospedale di Luino
Secondo il parlamentare dei Cinquestelle «mancano medici, in parte spostati negli hub vaccinali e non sostituiti, c’è una forte riduzione dei servizi sanitari»
«Alla luce dei fatti delle scorse settimane, che si uniscono al costante declino della struttura, ho depositato un’interrogazione rivolta al Ministro della Salute per un urgente interessamento sulla criticità in cui sta operando l’Ospedale di Luino».
Lo dichiara in una nota Niccolò Invidia, Capogruppo in Commissione Lavoro del Movimento 5 Stelle alla Camera.
Il nosocomio comprende un bacino di utenza di 21 comuni, con una popolazione di circa 53 mila abitanti, e pertanto non rientra nelle agevolazioni del DM 70 del 2015 che al punto 2.2 stabilisce che i presidi ospedalieri di base devono avere un bacino di utenza tra 80 mila e 150 mila abitanti.
«Come è noto allo stato attuale, l’Ospedale di Luino opera con forti criticità e potrebbe non garantire i livelli essenziali di assistenza sanitaria – spiega Invidia. Mancano medici, in parte spostati negli hub vaccinali e non sostituiti, c’è una forte riduzione dei servizi sanitari, tra cui quello di pronto soccorso, c’è necessità di rinnovare la strumentazione medica ma anche di intervenire con opere strutturali, per le quali sono stati stanziati da tempo 1,4 milioni di euro».
«Con questa interrogazione», continua il parlamentare «chiedo un intervento urgente, mirato a promuovere adeguate misure di sicurezza e salute pubblica nel territorio luinese, ma pongo anche la questione sulla necessità di adottare iniziative normative per superare i limiti posti nel DM70 del 2015, che nella sua genericità non è sensibile ad alcune realtà territoriali complesse come il caso del luinese. Nel nostro caso, ci tengo a ricordarlo, la struttura copre il fabbisogno socio-sanitario di un bacino di utenza costituito da ben 21 comuni».
«E’ infine per me doveroso ringraziare il Comitato Ospedale Luino 3.0 per la collaborazione in queste settimane, nonchè per la pressione che stanno ponendo sul tema», conclude Invidia
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